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foto fracec

Una stagione “plurale” che valorizza Spello: gli spettacoli in scena al Subasio

Un cartellone di prosa e anche una rassegna per i piccoli ospiti e le loro famiglie

di Francesca Cecchini

SPELLO (Perugia) – Una sinergia tra Fontemaggiore, che offre la sua esperienza pluriennale e la propria professionalità, lo Spazio Zut di Foligno, che ha come obiettivo lo sviluppo della cultura teatrale e musicale contemporanea, e il Consorzio Abn A&B network sociale, partner leader in progettazione europea ed esperto di tematiche sociali, nonché la collaborazione con il Teatro stabile dell’Umbria, per valorizzare il teatro Subasio di Spello e comporre una nuova stagione teatrale.

La “Bella Stagione” 2023/2024, che nel mese di ottobre ha già avuto il suo avvio con due spettacoli, e vede ora con un cartellone di prosa con artisti noti del teatro italiano al fianco delle compagnie emergenti che si sono distinte anche attraverso l’aggiudicazione dei premi più rilevanti del settore, è stata presentata a palazzo della Provincia di Perugia.
Si inizia il 16 novembre con un fuori abbonamento della compagnia toscana Teatro Studio Krypton, “Family affair”, coinvolgente riflessione sull’Antigone.

Leonardo Capuano_foto Antonio Ficai
foto Antonio Ficai

Il 23 novembre va in scena “Sistema nervoso” della compagnia Orsini, regia e interpretazione Leonardo Capuano. Un uomo di questo tempo che si sforza di riappropriarsi di pezzi della propria vita che non ricorda, cerca di mettere ordine tra le parti mancanti che gli sfuggono. Le conseguenze di questi episodi della sua esistenza, a cui non riesce ad accedere, scuotono il suo equilibrio a tal punto che il proprio sistema nervoso si manifesta come un soggetto autonomo e parlante, con cui dialoga ed entra in relazione, così come con altre presenze che abitano il suo quotidiano. Nella sua folle lucidità ha però la consapevolezza che il suo stato di alterazione sia dovuto non soltanto alla sua condizione personale ma alla sua realtà di uomo, parte di un sistema nervoso globale che è il mondo in cui vive.

Valerio Aprea_foto dal sito Fontemaggiore
foto dal sito Fontemaggiore

Il primo dicembre a salire sul palco sarà “Gola e altri pezzi brevi”, reading di Valerio Aprea, regia di Mattia Torre. “In mezzo al mare” è il primo monologo scritto nel 2003 da Torre e interpretato da Aprea. Nel 2012 è stato inserito da Dalai Editore nella raccolta omonima dei principali monologhi che Torre ha scritto di lì in seguito, ampliati nel 2019 per Mondadori e in audiolibro per Emons Edizioni. Tre di questi, “Colpa di un altro”, “Yes i can” e “Gola”, oltre a uno stralcio di “In mezzo al mare”, vengono proposti dallo stesso Valerio Aprea in un assolo spietato ed esilarante al tempo stesso, che fotografa un paese in balìa di una fame atavica, e votato inesorabilmente al raggiro, alla menzogna, al disperato inseguimento di un lusso sfrenato e delirante. Il tutto sulle musiche di Giuliano Taviani e Carmelo Travia composte per Figli, l’ultimo film scritto dall’autore.

TRUCIOLI_foto dal sito Fontemaggiore
foto dal sito Fontemaggiore

A il 2023 il 14 dicembre sarà “Trucioli” della compagnia degli Omini, con Francesco Rotelli e Luca Zacchini. «Il lavoro mi aiuta. Penso al legno, a quale scegliere, che non si rompa, a come prenderlo. Lo so come prendere il legno, questa materia quasi viva. Le persone sono tutta un’altra cosa. Così ci disse un falegname sul Monte Amiata – raccontano dalla compagnia – L’avevamo trovato al bar, con lo sguardo perso nel vuoto. L’avevamo preso in un momento molto intenso, un cambiamento totale della visione, totale, ci disse. E si confessò. Lui, come tanti altri, ci hanno fatto capire il ruolo che ci eravamo scelti nel mondo: essere gli stranieri, gli sconosciuti che passano e t’ascoltano, privi di giudizio, sciolti da ogni legame. La liberazione di chi abita in un piccolo paese e pensa, spesso a ragione, che tutti lo osservino e traggano le proprie conclusioni. Con questo ruolo, tra il santone e il barbone, abbiamo raccolto in giro per l’Italia centinaia e centinaia di pagine, di parole raccolte per strada, dalla Basilicata al Veneto. Un’enciclopedia d’incontri casuali, di racconti assurdamente reali, di lingue inconsuete. Dal Terrorista di Tito al Mago di Colceresa, dalla Santa di Panicale al Cavallaio di Buti, una pioggia di omini, di frasi che aleggiano nell’aria».

L’anno nuovo si apre il 26 gennaio con “Via del Popolo” di e con Saverio La Ruina. Via del Popolo, un tratto di strada di una cittadina del sud che un tempo brulicava di attività: due bar, tre negozi di generi alimentari, un fabbro, un falegname, un ristorante, un cinema. Due uomini percorrono via del Popolo, un uomo del presente e un uomo del passato. Il primo impiega due minuti per percorrere duecento metri, il secondo trenta minuti. È la piccola città italiana a essere cambiata, è la società globalizzata. Ai negozi sono subentrati i centri commerciali e la fine della vendita al dettaglio ha portato via posti di lavoro, distruggendo un modello sociale ancora basato sulle relazioni personali. «A cu appartènisi», chiedevano i vecchi paesani, a chi appartieni? E dalla tua risposta ricavavano le informazioni essenziali sulla tua identità. Via del Popolo è il racconto di un’appartenenza a un luogo, a una famiglia, a una comunità. Ma quei duecento metri rappresentano anche un percorso di formazione in cui sono gettate le basi della vita futura, dal quale emergono un’umanità struggente, il rapporto coi padri, l’iniziazione alla vita, alla politica, all’amore.

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foto Lorenzo Porrazzini

Il 9 febbraio spazio a “Raffaello, il figlio del vento” di e con Matthias Martelli e musiche dal vivo di Matteo Castellan. Un racconto avvincente e poetico su un grande genio dell’umanità: Raffaello Sanzio. Considerato simbolo di grazia e perfezione, la vita del pittore divino esplode non solo di arte pura ma anche di felicita, eros, sfide, contraddizioni e perfino polemiche con l’autorità e il senso morale del tempo. Martelli riprende la tradizione del teatro giullaresco e di narrazione e trascina lo spettatore all’interno di un viaggio appassionante, rendendo vivi i personaggi, entrando con le immagini e le parole dentro i capolavori di Raffaello, scoprendo le curiosità, i suoi amori e immergendosi nel clima dell’epoca.

luisa borni_foto dal sito Fontemaggiore

Il 7 marzo si prosegue con “Molto rumore per nulla” di e con Luisa Borini, «il racconto dei miei troppi amori troppo amati, intrecciato a storie di persone che negli anni ho incontrato e ascoltato – asserisce l’autrice – È anche però la storia di quando si devono aprire gli occhi per salvarsi e ascoltare il vuoto di cui si ha così terrore, scoprendo di quanta ricchezza è pieno. È il racconto di un dolore attraversato, da perdonarsi e persino da ringraziare perché è anche merito suo se si può guardare con un sorriso divertito a ciò che siamo stati e che siamo».

colloquio_foto dal sito Fontemaggiore
foto dal sito Fontemaggiore

Il 12 aprile c’è “Il colloquio” di Collettivo Lunazione Teatro, regia Eduardo Di Pietro, con Renato Bisogni, Alessandro Errico e Marco Montecatino. Lo spettacolo prende ispirazione dal sistema di ammissione ai colloqui periodici con i detenuti presso il carcere di Poggioreale, Napoli. Tre donne, tra tanti altri in coda, attendono stancamente l’inizio degli incontri con i detenuti. Portano oggetti da recapitare all’interno, una di loro è incinta: in maniera differente desiderano l’accesso al luogo che per ognuna custodisce un legame. La vita quotidiana della città non si è ancora risvegliata e dalla sospensione onirica della situazione, dagli scontri e dagli avvicinamenti reciproci, emerge la visione brutale di una realtà ribaltata. La galera, un luogo alieno, in larga parte ignoto ed oscuro, si rivela un riferimento quasi naturale, oggetto intermittente di desiderio e, paradossalmente, sede di libertà surrogata. In qualche modo la reclusione viene condivisa all’esterno dai condannati e per le tre donne, che se ne fanno carico, coincide con la stessa esistenza: i ruoli maschili si sovrappongono alle vite di ciascuna, ripercuotendosi fisicamente sul corpo, sui comportamenti, sulle attività, sulla psiche.

SBUM_foto dal sito Fontemaggiore
foto dal sito Fontemaggiore

Il 18 aprile prenderà il via “Sbum! Yes, we cake”, premio Eolo Award 2023 per l’originalità del linguaggio scenico applicato ad una tematica importante, regia di Marta Dalla Via, anche interprete con Diego Dalla Via. “Sbum” è uno spettacolo fanta-demografico. Una storia dove dati di realtà e fantasie sul futuro si incrociano per una riflessione sull’egoismo che permetta ai cittadini di domani di immaginare alternative al presente. Uno spettacolo per un pubblico in trasformazione costretto a vivere e ad agire in un mondo in continuo cambiamento. I medi: gente troppo giovane per accettare un futuro già scritto, gente ormai troppo vecchia per evitare di nascere. Il racconto semplifica ed esemplifica alcune delle questioni chiave dell’attuale condizione umana: l’ineguale distribuzione delle risorse, il fragile equilibrio tra uomo e natura, la complessa sostenibilità dei sistemi di welfare.

Infine, il 3 maggio, si conclude con “Dream a little dream” regia Roberta Lidia De Stefano, anche interprete con Massimo Betti. Alcolizzate e sexy, potenti e disperate, ironiche e sentimentali, le donne del blues cantano la vita come moderne baccanti. Da Janis Joplin a Bessie Smith, da Billie Holiday a Nina Simone, da Etta James a Dinah Washington, da Sarah Vaughan fino a Amy Winehouse, “Dream a little dream” è un racconto in parole e musica dedicato alle storie e ai suoni delle magnetiche e violente blueswomen di ieri e di oggi. Accanto a loro orbita un universo maschile fiacco, manipolatore e sfruttatore: per la maggior parte dei casi, dei pessimi mariti e manager; in altri dei bravi musicisti dalle stridenti intenzioni, con cui intonare gli aspetti più disperatamente sensuali della schiavitù esistenziale. A narrare questa ricca e delicata materia è la protagonista, Janis, che attraversa il dramma di essere una ragazza blues bianca, sebbene nata da una madre nera e cresciuta da una nonna nera. Con linguaggio schietto e al contempo raffinato, queste donne intonano gli aspetti più tragici della vita con stridente ironia e delicato sentimentalismo.

TEATRO RAGAZZI

Accanto alla stagione di prosa, il teatro Subasio ospiterà anche una rassegna dedicata ai piccoli ospiti e alle loro famiglie, “Uno spettacolo di famiglia!”. Quattro gli spettacoli in scena alle 17: “La Bella e la bestia” (produzione Fontemaggiore, regia di Massimiliano Burini) il 18 e il 19 novembre, “Il principe delle tenebre” (produzione Ruotalibera Teatro, regia di Tiziana Lucattini) il 25 e 26 novembre, “La bella addormentata” (produzione Florian Metateatro, regia di Mario Fracassi), “7in1colpo”(regia di Matthias Traeger) il 9 e il 10 dicembre.

Il programma dettagliato sul sito Fontemaggiore. Prevendite su circuito AnyTicket.

Al Teatro Secci va in scena il rattoppo

auto ribaltata via piccolpasso

Si ribalta con l’auto e finisce addosso a una vettura in sosta