di Diego Diomedi
Prosegue il viaggio di Umbria7 nei 7 VIZI GASTRONOMICI, un tour nel mondo del gusto attraverso i sette vizi capitali. Si pensi a un pranzo o ad una cena, possibilmente tra amici, conoscenti o addirittura parenti. I 7 vizi, sotto forma gastronomica, usciranno tutti. Dalla gola all’invidia, dall’accidia all’avidità. Basta un banchetto per poter rappresentare i peccati capitali. Ma perderli è proprio un peccato…
Una zona fortemente antropizzata con ampio rispetto della natura. I romani hanno fin da subito intercettato le qualità di questa zona, ci hanno lavorato e giunge a noi molto più di quanto si possa immaginare, come per esempio le Cascate delle Marmore.
Olio
Girando per i molteplici borghi che si possono incontrare lungo la strada della Valnerina è possibile ammirare diversi olivi. Infatti in questa l’olio extravergine di oliva è veramente un provoco di eccellenza. La varietà moraiolo è sicuramente la più apprezzata e forse anche quella più allevata vista la presenza diffusa della roccia e l’adattabilità estrema di questa cultivar. La produzione di olio a marchio DOP in questa area ricade nella sotto zona Umbria colli Assisi-Spoleto.
Diverse sono le aziende che producono olio in questa zona. In passato per Umbria 7 abbiamo già raccontato una bella realtà come la Valle di Francesco (https://umbria7.it/2023/08/i-7-vizi-gastronomici-la-valle-di-francesco-e-quellolio-creatura-di-un-microclima-unico-in-umbria/)
Inoltre sono molteplici i riferimenti storici, come per esempio la presenza ad Arrone di alcuni resti di un mulino romano dedito alla molitura delle olive.
Tartufo
Altro prodotto di altissima qualità che è possibile trovare e degustare in questa zona è il tartufo nero pregiato. Un prodotto veramente molto apprezzato e di nicchia. Sopra la bruschetta all’olio, nella pasta o grattato sopra la carne, il tartufo è il re della zona. Tra i massimi esperti del tartufo nero troviamo lo chef Piermarini del ristorante Piermarini, vera certezza dell’enogastronomia locale ed estremo conoscitore di abbinamenti con il tartufo. Il tartufo ha un forte odore, intenso e al gusto difficilmente non si riconosce. Preferibilmente se di buona qualità, si utilizza a crudo. Sia grattato sia a lamelle, il tartufo è un’ottima aggiunta aromatica ai piatti della zona. Ciriole, strangozzi, bistecche, tagliate ma anche piccione e molto altro.
Vino
Anche in valnerina sono presenti delle aziende che producono vino. Troviamo soprattutto un produttore che negli ultimi anni ha saputo interpretare il mercato in maniera impeccabile ed in poco tempo, grazie alla filosofia naturale, ha raggiunto livelli nazionali con esportazioni anche nel mondo.
Stiamo parlando dell’azienda vitivinicola Annesanti, di Francesco Annesanti. Produttore nella Valnerina, precisamente ad Arrone, Francesco ha iniziato quasi da autodidatta. Infatti tra i suoi motti possiamo leggere che “i miei vini hanno la mia anima”.
Vengono prodotti vini bianchi, rosati e rossi. Tra le linee più importanti troviamo il “Colle Fregiara” prodotto un una antica varietà di trebbiano locale con una vinificazione in anfora con le buco. Anfora dove poi rimarrà per altri 10 mesi prima di essere traferito in damigiane di vetro per 3 mesi e poi esser imbottigliato.
Sempre tra i vini bianchi vediamo il simpatico “acqua della serpa” dove un blend di grechetto, trebbiano, malvasia, pecorino ecc. animano questo vino che anch’esso vinifica in matura con lo stesso procedimento descritto prima.
Tra i rossi citiamo la “suppriscola”, vino rosso fresco e beverino con intensa acidità fatto con una base di barbera. Interessante infatti come Annesanti utilizzi anche vitigni non tipici dell’Umbria. Tra i rossi anche il “piano della torre” con pinot nero e sangiovese e con una vinificazione e maturazione che viaggia come per i vini descritti prima della “suppriscola” tra anfore e damigiane di vetro.
Merangola
Altro prodotto oramai divenuto tipico della zona è la merangola. È un antico frutto che si ricava da un albero chiamato merangolo o noto come arancio amaro. A Terni è diffuso fin dal 1300 almeno, come riportano alcuni documenti e statuti. Questo prodotto ha un particolare legame con l’olio. Infatti tra gli abbinamenti che troviamo, il più noto e apprezzato soprattutto in questa area è la bruschetta all’olio evo condita con la merangola. Ottimo riscontro anche come condimento nella carne di maiale.
L’azienda La Drupa, immersa nella Valnerina conserva con cura una decina di piante di Merangola(o melangola) con le quali produce un olio agrumato alla melanoma, una marmellata e altre delizie. (http://www.ladrupa.it/)
Eugenio Montale
Le pellegrine in sosta che hanno durato
tutta la notte la loro litania
s’aggiustano gli zendadi sulla testa,
spengono i fuochi, risalgono sui carri.
Nell’alba triste s’affacciano dai loro
sportelli tagliati negli usci i molli soriani
e un cane lionato s’allunga nell’umido orto
tra i frutti caduti all’ombra del melangolo.
Ieri tutto pareva un macero ma stamane
pietre di spugna ritornano alla vita
e il cupo sonno si desta nella cucina,
dal grande camino giungono lieti rumori.
Torna la salmodia appena in volute piu’ lievi,
vento e distanza ne rompono le voci, le ricompongono…
(Da: “Elegia di Pico Farnese” )
Diego Diomedi vive a San Gemini, in Umbria. Storico dell’alimentazione e della gastronomia, collabora con “Umbria 7”, “Guide di Repubblica” e “Gambero rosso”. Ha preso parte come moderatore e come relatore a numerosi convegni e tenuto lezioni su tematiche enogastronomiche nelle scuole, all’Università e centri di formazione. Alunno di Massimo Montanari all’Università di Bologna, i suoi principali campi di ricerca sono la storia e l’antropologia alimentare. Collabora inoltre con diverse testate d’informazione. Per Edizioni Thyrus ha curato il libro “Conversazioni dantesche”.


