Cardiochirurgia, il caso rimane a cuore aperto

E’ scontro tra Terni e Regione per il posto di direttore della struttura complessa. Le prese di posizione di Ap, M5S, sindacati

TERNI – Il posto vacante di direttore della struttura complessa di Cardiochirurgia del Santa Maria di Terni rimane un caso aperto. Il nuovo primario non arriva ma da Terni arrivano mille accuse nei confronti della Regione. Un fuoco trasversale che vede schierata Alternativa Popolare di Stefano Bandecchi così come il Movimento dei Cinque Stelle. Per Thomas De Luca le cose stanno così: La Regione Umbria vuole smantellare Cardichirurgia. «Non c’è altra spiegazione – tuona il consigliere regionale dei 5 Stelle – alla bocciatura, con 11 voti contrari e 6 favorevoli, alla proposta di avviare entro il primo trimestre del 2024 tutte le procedure necessarie per l’espletamento del concorso per il nuovo direttore della struttura complessa di cardiochirurgia del Santa Maria, con l’ulteriore impegno di ripristinare l’organico dei professionisti in reparto in numero adeguato a garantire un’organizzazione degli orari e dei tempi di lavoro necessari all’ottimale funzionamento del servizio».  

Un’eccellenza (Cardiochirurgia) che al momento sconta una carenza di personale che ne mette gravemente a rischio la prosecuzione dell’attività: sei professionisti, compreso il responsabile facente funzione. Di questi solo due sono primi operatori.  «Nel caso l’organico perdesse un’altra unità sarebbe a rischio l’esistenza stessa del reparto. Come vuole qualcuno – polemizza De Luca – cioè chiudere gli ospedali dell’Umbria e concentrare tutto sul Silvestrini». Ad ogni modo, a dire no ad un’unica Cardiochirurgia con base a Perugia, anche i sindacati e il vicesindaco di Terni. Per i primi, Fp Cgil Medici Umbria, si tratta di un vero e proprio «attacco al servizio  sanitario regionale». Non garantire il primariato della struttura di Cardiochirurgia dell’azienda ospedaliera di Terni una scelleratezza.  «Da anni si aspetta la procedura concorsuale per superare l’incarico di facente funzioni per una delle eccellenze della sanità regionale» – in una nota congiunta Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn Umbria. E anche il vice sindaco di Terni, Riccardo Corridore, parla di tentativo della Regione di affossare la sanità pubblica «ed in particolare quella dell’Umbria del sud».
«Nessun passo avanti per il nuovo ospedale di Terni – rimarca Corridore – nessuna garanzia per l’espletamento delle procedure concorsuali necessarie al mantenimento di strutture di eccellenza quali la cardiochirurgia,  nessun cambio di rotta per potenziare l’assistenza territoriale. Nessun intervento per garantire che le prestazioni ambulatoriali avvengano in prossimità del domicilio degli assistiti. Si tratta di vuoti evidenti, che producono danni ai cittadini, che impoveriscono un territorio che invece deve puntare sulla qualitià e quantità dei servizi per essere attrattivo».

Movimento 5 Stelle, amministrazione Bandecchi e sindacati diconono «no al continuo impoverimento dei servizi sanitari». Ma per Claudio Fiorelli «depotenziare una struttura così attrattiva come la Cardiochirurgia ternana renderla un cadavere ambulante è talmente grave che serve una mobilitazione generale di cittadini, associazioni, sindacati e tutte le forze politiche, di maggioranza ed opposizione».

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