DI MARCO BRUNACCI
PERUGIA – Perugia paradiso degli studenti? Attenzione, potrebbe non essere solo un risonante slogan. Basta mettere insieme 3-4 cose che sono successe in questi ultimi mesi, collegarle tracciando un filo e mettersi nelle mani dei visionari che ancora ci sono nelle amministrazioni.
Allora, con ordine: il Covid ha dato una gran botta a tutti gli Atenei, ma quello perugino ha retto relativamente bene l’impatto. Appena fuori dall’emergenza, la Regione ha poi preso la prima iniziativa che è stata un segnale. Aiuti agli studenti, anche quelli che si iscrivevano con Isee relativamente alto (30mila euro per la famiglia di provenienza), con servizi non male.
Anche a Perugia, poi, è scattata la protesta per la mancanza di alloggi per studenti. Non c’erano certo paragoni tra i disagi di qui e quelli delle grandi città. Ma qualche tenda in piazza è comparsa. Le tende sono state ripiegate perchè c’è stata un’azione mirata, che se non avrà magari soddisfatto proprio tutti, ha però consentito di far fronte alla grande maggioranza delle richieste.
Insieme a questo è arrivato un meccanismo – che è un unicum in Italia – che si abbina all’iniziativa statale di dare a ogni studenti 60 euro annui di bonus trasporti. Di cosa si tratta: un Pass che consente fin da subito agli studenti di usare i mezzi pubblici, in maniera totalmente gratuita se abbinato al bonus statale, e che al momento è garantito dalla Regione (l’ideazione è dell’assessorato ai trasporti, retto dall’esplosivo assessore Melasecche) e sostenuto dall’Ente insieme a Università e Comune di Perugia.
E’ una rivoluzione? Magari no, ma sentite un po’: il meccanismo al momento costa 650 mila euro alla Regione, 250 all’Università, meno al Comune di Perugia, da calcolare insieme al mancato guadagno di Busitalia (che in verità non si è affatto svenata per questa iniziativa). Si punta quest’anno a coprire il fabbisogno di alcune migliaia di studenti. Si è perfino parlato di 15 mila unità.
Con il click day del primo di dicembre diverse centinaia di studenti hanno ottenuto il Pass insieme al bonus statale, quindi senza dover sborsare i 60 euro che poi avrebbero comunque riavuto dallo Stato. E bravi.
Ma ecco il passo avanti dopo questo anno-ponte e che è sfuggito ai più.
L’Università, tramite il rettore Oliviero, ha accettato di introdurre dall’anno accademico 2024/2025 il sistema del silenzio assenso che può permettere di arrivare a 28.300 abbonamenti. Che è un numero magico: consentirebbe infatti di azzerare addirittura il costo oggi previsto a carico degli Enti.
Va da sé che c’è un ruolo decisivo delle associazioni studentesche in questo anno di transizione: devono essere le più attive per far conoscere la possibilità e invitare il maggior numero di studenti possibile a utilizzarla.
Una rivoluzione? Forse, se tutto va in porto secondo progetto, sarebbe più un mezzo miracolo. Comunque una cosa da Guinness dei primati. Sicuramente un unicum per l’Italia. Un passaggio rilevante per fare di Perugia il paradiso degli studenti. O, comunque, almeno un girone alto del purgatorio dantesco.


