R.P.
CITTÀ DI CASTELLO (Perugia) – Quattro cani da tartufo trovati senza vita. Il tutto nel giro di pochissimi giorni. La causa che è portato alla morte dei poveri e indifesi animali è la più barbara, quella per avvelenamento. A denunciare quanto accaduto è il presidente dell’Associazione tartufai Altotvere, Andrea Canuti. A parlare di fatti davvero aberranti che «necessitano di risposte adeguate da parte di tutti i soggetti istituzionali e non, in base alle rispettive competenze», è stato il sindaco di Città di Castello, Luca Secondi che ha voluto esprimere la propria vicinanza a tutti i tartufai del territorio.
Secondi, condannando duramente gli avvelenamenti, ha promesso che l’amministrazione tifernate farà la sua parte per scovare i colpevoli: «Per quello che sarà di nostra competenza provvederemo ad attivare congiuntamente con tutti i soggetti competenti, forze dell’ordine e di polizia prima di tutto, controlli specifici per contrastare questo fenomeno a dir poco deprecabile che mette in luce la parte peggiore di una comunità, che dell’amore e tutela per gli animali, ha fatto sempre una ragione di vita, a partire dai tartufai che senza i loro straordinari cani non avrebbero ragione di praticare un’attività secolare, la cerca e cava del tartufo, riconosciuta nel 2021 anche dall’Unesco».
Il presidente dell’Associazione tartufai Altotevere, Andrea Canuti, nel ringraziare il sindaco ed il comune tifernate per la vicinanza espressa e le iniziative di controllo del territorio annunciate respinge ogni possibile accostamento fra questi aberranti fatti di cronaca con l’attività ed il mondo che ruota attorno alla cerca del tartufo e alla figura dei cavatori. «Noi – dice Canuti – come chi nei secoli ci ha preceduto siamo i primi a voler bene ai cani, a tutelarli e rispettarli sempre con immensa gratitudine per quello che riescono a fare come protagonisti assoluti di un’attività simbolo della nostra storia e tradizione che l’Unesco ha riconosciuto. Chi commette reati e atti così riprovevoli nulla ha a che fare con noi tutti e con la civiltà della nostra comunità: ci affidiamo alle autorità competenti».


