TERNI – Chi conta in città? Sicuramente gli uomini e le donne della Cgil. Vuoi per la loro rappresentatività, vuoi per la capacità di coniugare sindacato e politica, vuoi perché latitano altre strutture capaci di costruire gruppi dirigenti.
Quando a Palazzo Spada comandavano i sindaci ex Pci la Cigil siedeva in giunta ed esprimeva l’ assessore allo sviluppo economico. Ora neanche il “terremoto” Bandecchi sembra aver buttato giù questa tradizione. Proprio Stefano Bandecchi, l’ ex uomo di destra ora riconvertito al centrismo, ha chiamato in giunta il “sinistro” Sergio Cardinali, uno dei dirigenti di punta della CGIL ternana.
Analogie che non sono sfuggite al consigliere comunale di Forza Italia Francesco Ferranti, osservatore di lungo corso per i suoi 20 anni a Palazzo Spada.
Ferranti, peraltro sostiene, che tanta Cgil non abbia fatto bene a Terni:
«Ho colto con sorpresa la nomina ad assessore allo sviluppo economico di Sergio Cardinali, da sempre esponente della sinistra ternana dai tempi del Pci e dirigente sindacale della Cgil. Le ultime occasioni nelle quali le deleghe allo sviluppo economico erano assegnate a dirigenti regionali e provinciali della Cgil furono con il sindaco Raffaelli che assegnò la delega a Mario Giovannetti segretario regionale della Cgil e nel primo governo di Girolamo ove la medesima delega era detenuta da Sandro Piermatti segretario provinciale della Cgil. I risultati di crescita economica frutto di quelle gestioni sono noti a tutti, inizierei dalla chiusura del settore dell’acciaio magnetico nel 2004 con un’enorme perdita occupazionale per la città e un forte depotenziamento della principale industria della regione, Ast e del settore siderurgico italiano. Sotto la stessa conduzione sindacale della delega allo sviluppo economico nel territorio ternano sono da registrare il fallimento della Meraklon e la chiusura dell’ Isrim istituto di ricerca in vari ambiti completamente di proprietà pubblica, credo caso unico in Italia di chiusura di un ente totalmente pubblico con relative perdite di posti di lavoro qualificati. Non può non essere citato il drastico taglio di personale messo in atto dalla Thyssenkrupp nel 2014 con l’allora ad Morselli».
Ferranti poi cita la situazione della sanità, delle municipalizzate, del depauperamento dei centri decisionali. E dentro ci rimette la Cgil. Per lui una sorta di “demonio”, per altri quella presenza che forse è meglio avere vicino a sé.



