di Marco Brunacci
PERUGIA – Block notes, provaci ancora Pd.
1.Nel giorno che doveva essere della nomination ufficiale della Vittoria Ferdinandi a candidato sindaco di Perugia per la coalizione di centrosinistra, è ripartito lo scontro: Area moderata del Pd più Agostini e Hromis contro le scelte di Bori e il commissariamento del dimissionario Sauro Cristofani (moderato) con la nuova lady di ferro dei democrat, Sarah Bistocchi. Risultato: un sereno caos che ha indotto il segretario regionale Tommaso Bori a rinviare di una settimana la scelta e riconvocare la coalizione.
2.Nella coalizione c’è un problema (insomma, uno tra i tanti): il Psi, partito socialista italiano, che tra l’altro a Perugia ha anche un qualche rilievo elettorale, ha deciso che il suo candidato si chiama Ferrucci, economista e professore e che il Signore lo benedica perché rispunta come un fiume carsico ogni 3-4 giorni e vede la luce una volta con questa e una volta con quella forza del centrosinistra. In verità più a sinistra che al centro.
3.Chi ha notificato di averne discretamente piene le tasche degli stop&go del Pd è stato l’eccellente urbanista, ottimo professore, paziente cittadino, Paolo Belardi. Il quale alla delegazione del Pd (Bori) ha risposto con un “No, grazie”, quando gli hanno chiesto se intendeva accomodarsi sul sedile di dietro nella macchina che avrebbe guidato la Vittoria Ferdinandi.
Quanto sia umanamente condivisibile la posizione di Belardi continueremo a dirlo nei secoli dei secoli amen, ma una lode va fatta anche alla sua innata educazione che non gli consente di indicare il paese dove mandare tutta la compagnia cantante della coalizione di centrosinistra che non lo ha mai preso per quel che vale.
Orbene: la politica è strana, ma a questo punto recuperare Belardi sembra francamente difficile.
4.E poteva mancare un sussulto romano in questo caos calmo perugino? Non sia mai: a sinistra s’ode uno squillo della zona Conte (M5s) a favore della Tizi candidata a sindaco, a destra non risponde niente perché la strategia di aprire la coalizione al centro cattolico con candidati di Comunione e liberazione o di Progetto Perugia è ormai improrogabilmente fallita dopo la svolta sulla Ferdinandi.


