TERNI – I dati parlano chiaro. E aiutano a capire perché i pronto soccorso siano stressati e i cittadini costretti a file di ore, in alcuni casi di giorni. Per poi accontentarsi di una barella o di una poltrona. Scene non da Europa.
Il pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia, nel 2022, ha visto l’accesso di 59.931 pazienti, il 2023 di 70.142. Diecimila richieste di cure in più.
Poco meglio è andata all’ospedale di Terni: nel 2022 poco più di 41mila accessi, nel 2023 48.871. Quasi 8mila in più.
Più volte le organizzazioni sindacali dei camici bianchi hanno sottolineato che all’ aumento di pazienti non è corrisposto un incremento delle strutture e del personale. Anzi, in alcuni casi, per alcuni periodi, si sono registrati decrementi.
Ma perché gli accessi al pronto soccorso sono aumentati, in un anno, del 15 per cento?
Il mondo della sanità in più occasioni ha evidenziato che una parte degli accessi è improprio. Casi che potrebbero essere trattati dalla medicina territoriale. E qui veniamo alle note dolenti. I medici di base sono oberati di assistiti. Le visite domiciliari sono una rarità.
I servizi diagnostici pubblici sono semi paralizzati dalle liste di attesa estenuanti. I centri di prenotazione per alcune prestazioni parlano di mesi di attesa, per altre neanche accettano la prenotazione. Chi può si rivolge alle strutture private, chi non può rimanda e poi si rivolge al pronto soccorso.
A Terni, si aggiunge il fatto che l’ unico pronto soccorso H24 del territorio è il Santa Maria. Narni e Amelia filtrano poco o nulla. Ed ecco perché non resta che mettersi in fila.


