TERNI – Ma perché il sindaco Stefano Bandecchi ha aperto la settimana parlando del rischio di un nuovo dissesto per il Comune di Terni?
Il grido d’ allarme è dettato dai 18 milioni che al momento mancano all’appello.
L’ organismo di liquidazione che si è insediato a Palazzo Spada nel 2018 ha concluso il suo lavoro in questi giorni. Ha consegnato i suoi conti al bilancio corrente del Comune. La massa attiva ammonta a 80 milioni, quella passiva a 57. Quindi nelle casse del comune più 23 milioni di euro. Tutto bene dunque? Manco per niente. Negli 80 milioni che il comune dovrebbe incassare ce ne sono almeno 22 che molto ma molto difficilmente entreranno. Si tratta di multe che i ternani in cinque anni non hanno mai pagato. Ma e soprattutto un’altra la partita a preoccupare Palazzo Spada. La Osl lascia 33 milioni di crediti ancora da saldare. Si tratta di quei creditori che non si sono accontentati del 60%. Per rispondere ai 33 milioni ancora da pagare nei conti del Comune sono accantonate risorse per poco più della metà. Ecco perché Bandecchi parla dei 18 milioni che al momento mancano all’ appello. Una cifra consistente che è difficile tirare fuori dal bilancio ordinario. Un bilancio che proprio per questo non può permettersi nessun cedimento: la decisione di non toccare le aliquote fiscali comunali, che continuano ad essere al massimo, nasce anche da questo. Basterà?


