AL.MIN.
PERUGIA – Sui trattori per far sentire le proprie ragioni. Una manifestazione pacifica e convocata a oltranza con l’obiettivo di ottenere risultati che tornino a far vivere il settore dell’agricoltura. Sono state alcune centinaia gli agricoltori umbri che autoconvocandosi, senza sigle né associazioni di categoria, nella mattinata di lunedì 22 gennaio si sono dati appuntamento – seguendo la scia dei colleghi di tutta Europa - per tre manifestazioni che si stanno svolgendo proprio in queste ore. Le zone scelte sono quelle di Pian d’Assino (dove si sono radunati i coltivatori diretti dell’Altotevere e dell’Eugubino), Bastia Umbra, che sta vedendo il concentramento degli agricoltori del Perugino e della Media Valle del Tevere e Spoleto per la parte sud dell’Umbria.
«Difendiamo il futuro uniti», «Senza di noi non si mangia»: questi tra gli slogan scelti per le dimostrazioni. Basta speculazioni sui prezzi, maggiori ricavi sui prodotti, lotta al falso made in Italy, meno potere della burocrazia da parte dell’Ue, stop a cibo sintetico e farine di insetti tra le rivendicazioni della protesta. A entrare nel dettaglio dei motivi che hanno portato gli agricoltori ad autoconvocarsi è Andrea Gildoni, coltivatore diretto altotiberino: «I nostri prodotti – dice vengono messi sul mercato a un prezzo molto basso. I mezzi tecnici, le attrezzature e le strumentazioni che ci occorrono hanno avuto in questi ultimi due anni degli aumenti esponenziali. Non siamo quindi più in grado di sostenere le produzioni. Serve assolutamente un adeguamento dei prezzi, con i nostri prodotti che devono essere aumentati in maniera proporzionale. Con la situazione attuale sta diventando difficile andare avanti».
Tanti sono i problemi che stanno attanagliando l’agricoltura italiana e umbra: «Ci preoccupano molto l’immissione sul mercato di carne sintetica e farine di insetti – aggiunge Gildoni – Non possono essere dati dei contributi per lasciare dei terreni fermi. Secondo noi sono tutti sistemi usati per tagliare fuori le aziende agricole dal sistema produttivo»
Quello del 22 gennaio è solo il primo appuntamento in programma: «In futuro – ha detto Gildoni – saranno convocate manifestazione come quella in corso di svolgimento questi giorni. L’obiettivo è arrivare a uno sblocco e a una trattativa che ci consentano di vivere. Alcune aziende hanno deciso di chiudere, perché è impossibile produrre e andare avanti in queste condizioni».






