di Marco Brunacci
PERUGIA – Peccato, Vittoria Ferdinandi ha debuttato in campagna elettorale pestando una cioccolata grande così. Prima di tutto, chiariamo: forse non è colpa sua, ma di qualche maldestro spin doctor (che semmai andrebbe licenziato in tronco, ci sarebbe la giusta causa anche per una candidata per quanto a sinistra possa essere).
Spieghiamo: compare un post firmato Vittoria Ferdinandi, giovane candidata a sindaco che ha ravvivato le speranza alla sua parte politica dopo tanti anni nell’ombra, e spiega che c’è stato un incontro tra lei e «le lavoratrici e i lavoratori della Perugina in un luogo speciale per loro e per tutti noi cittadini, il Cral».
Aggiunge, giustamente, che «per noi perugini questa azienda è sempre stata motivo d’orgoglio».
Parole sacrosante. Ma poi, ahinoi, eccola che si perde. Un colpo al cuore per tutti coloro che credono nel sol dell’avvenire che lei rappresenta.
Ecco qua la frase disgraziata: “Abbiamo visto la Perugina passare in mano alle multinazionali, la Rossana essere svenduta, le vetrine del centro piene di prodotti dolciari esteri anziché di cioccolata nostra”.
Come dire: in tre righe lo sterminio delle speranze appena nate nella neocandidata a sindaco signorina Vittoria.
Brevemente:
1.Non sarà che il passaggio della Perugina alle multinazionali fu voluto da un signore del quale tutto si può dire meno che non aveva e non ha eccellenti rapporti con la sinistra di ieri, di oggi e di Domani (l’omonimo quotidiano di sua proprietà), dall’importante nome di Carlo De Benedetti?
2.Ma forse questa parte della frase è un attacco della nuova sinistra della Ferdinandi alla vecchia sinistra di potere e questo le fa onore. Ma gli storici sostengono che fu la sinistra di governo dell’Umbria ad accogliere De Benedetti come un salvatore della patria, nel mentre la famiglia Buitoni era in grande affanno.
3.Sulla cessione di Rossana glissiamo. È una caramella meravigliosa, ma una bomba calorica che i salutisti di destra, ma sopratutto quelli di sinistra guarderebbero oggi come un agente nemico di ogni dieta.
4.Il punto è però questo: va bene la curiosa interpretazione della storia perugina, ma, vivaddio, la cronaca è cronaca. È possibile che Vittoria Ferdinandi non abbia tempo, visto il suo mai abbastanza lodato impegno per gli ultimi da espletare in Corso Cavour, né voglia di passare nel centro storico di Perugia. Ma si faccia raccontare le cose da qualcuno con gli occhi foderati di prosciutto. Altrimenti deve prendersi le legnate di un signore che è un pezzo di storia di Perugia e si chiama Eugenio Guarducci, il quale scrive nel suo post, vagamente “inguastito”, secondo il termine che si usa in corso Vannucci ma forse non in corso Cavour: «In centro, oltre ai 4 negozi Eurochocolate dove vendiamo prodotti di aziende locali (il 40% a firma Perugina) ne conosco altri 7 che hanno le stesse caratteristiche e non vedo alcuna invasione di prodotti non locali».
Il fatto è che nessuno li vede, perché non ci sono. Il sospetto che lo spin doctor stia in una parte diversa di Italia è forte. Signorina Ferdinandi, qualora fosse lui il problema lo licenzi, noi vogliamo una bella battaglia elettorale.
5.In verità, il problema per la narrazione di Ferdinandi, che vuol far tornare Perugia a sognare, è che prima di addormentarsi bisogna rendersi conto di quello che hai intorno. Ed Eugenio Guarducci – lo immaginiamo giustamente risentito – infierisce: “Per il tema identitario (Perugia e il cioccolato, ndr) sarebbe credo utile ricordare anche la presenza di un evento come Eurochocolate e di un progetto ormai alle porte come la Città del Cioccolato”
6.Per altro, se è vero che la Città del cioccolato va considerata una realizzazione del centrodestra, Eurochocolate fu onore e vanto del centrosinistra di governo. Lo ricordi signorina Vittoria anche ai suoi spin doctor.
7.Se voleva difendere la Perugina come sito produttivo, per carità, lasci stare. È un miracolo dovuto a un illuminato manager e forse un po’ anche alle giunte di centrodestra se sta ancora lì, in San Sisto avenue, e non sconfinata in qualche altra parte del mondo con manodopera a basso costo (le multinazionali a cui venduto la tessera numero del Pd, Carlo De Benedetti, ragionano spesso così).
8.Umbria7 ha dovuto prendere atto che i post di Ferdinandi sono stati modificati e ne ha tre versioni differenti. Che, volendo, possono essere consultate dai suoi affezionati lettori. Modificare i post non è mai una bella cosa. Mostra tentennamenti, scarsa fiducia in sé stessi, una incerta, se non confusa, visione del futuro.
Conclusione: signorina Vittoria contiamo su di lei per un gran bel sequel della campagna elettorale, ma lasci stare la cioccolata che, secondo Umbria7 e diverse sagge mamme – sperando che Eugenio Guarducci non ci legga, perché per Perugia e la sua economia è come Garibaldi per l’Italia unita – alla fin fine fa ingrassare e provoca agitazioni del colon più che Landini dei metalmeccanici. (E lasci stare altre schermaglie verbali col Guarducci perché peggiora la situazione, proviamo con un altro argomento).


