M.BRUN.
TERNI – Sì è vero, confessiamo: non è ancora andato via, ma già ci manca. E può darsi pure che sia tutta una sceneggiata e lui resti, come tre quarti degli osservatori umbri sostiene. Ma noi no, a insistere, a cercare motivazioni, e no che non può essere, perché fosse anche questa solo una tarantella allora la politica avrebbe toccato il fondo.
Mettiamo allora che lui vada via sul serio, che aspetti il super sondaggio per sapere quanti italiani sono disponibili a votarlo per mandarlo a Bruxelles, metti che fosse davvero incupito di brutto con assessori e vicesindaco, metti che discetti pure delle ragioni profonde del suo amministrare e abbia concluso che deve dimettersi da sindaco.
Allora eccoci, di colpo, intristiti: metti che si dimetta per davvero e non sia questa banderuola che alcuni che non hanno rispetto pretendono di descrivere e che noi ci rifiutiamo anche solo di pensare, bene: dove lo troviamo il suo cabaret, la inimitabile comicità sospesa tra il millenarista (stile Faletti prima maniera) e un po’ del classico demenziale (una cosa come i Blues Brother in missione, anche lui, per conto di dio, cioè se medesimo)?
E’ vero – siamo d’accordo – ha le sue ragioni chi dice che ormai è un po’ seduto sui cliché, ripete in continuazione il monologo del Marchese del Grillo: “Io sono io e voi non siete – come dire – alcunchè”. Però, intanto, gli manca ancora la gag di quando butta il denaro arroventato al popolo che lo applaude sotto il balcone.
Ma ora – dobbiamo dirlo per correttezza nei suoi confronti – rischia di essere superato dai suoi. L’assessore “dopo aprile viene Maggi” gli ruba la scena. Sindaco, noi che le vogliamo bene, dobbiamo avvertirla. Qualche ora fa il suo assessore ha esternato:
la Giunta è compatta nel sostenere il suo sindaco. Ed è di sicuro una battuta riuscita.
Assessore, suvvia, ragioni: è una battuta. Non ci permetteremo neanche lontanamente di pensare che ogni membro dell’amministrazione di Terni abbia almeno 5mila 600 ragioni al mese per essere compatta e chiedere il ritorno immediato del sindaco al suo posto, succeda quel che succeda. Il solo pensiero è becero, inammissibile. Ne siamo certi: nessuno dei componenti della Giunta lo fa per lo stipendio. Vogliono portare avanti un programma. Francamente per ora non si sa bene cosa – tranne i punti irrealizzabili o proprio onirici – però il programma devono averlo da qualche parte. Il tempo di trovarlo e si metteranno tutti di nuovo al lavoro. Noi abbiamo totale fiducia.
Va da sè, però, che finchè le realizzazioni del Comune si limitano a un paio di fioriere e poco più, caro assessore, la compattezza della Giunta è una battuta, una gag. Chiediamo conferma a lei, assessore: giusto?
Ma quelli di Alternativa Popolare che vogliono il ritiro delle dimissioni al loro leader, finanziatore forse unico o, almeno, molto ma molto in vantaggio sul secondo e anche sul terzo, ammesso che ci siano, come sono da considerare? Più divertenti ancora degli assessori. C’è poco da aggiungere. Pensandoci ora, però: non sembra imminente che Terni diventi come Dubai, ma come New York sì, basta trovare una qualunque Lisa Minelli. Il team degli altri è al completo. Luci, musica, primo piano sulla sedia: Terni cabaret.


