Lella Costa ed Elia Schilton portano a Narni “Le nostre anime di notte”

Lo spettacolo, in scena il 17 febbraio al teatro Manini, trae ispirazione dal romanzo di Kent Haruf

El. Cec.

NARNI – Una storia commovente e appassionata che prende le mosse dalla penna di uno dei grandi protagonisti della letteratura americana contemporanea, Kent Haruf. Dal suo romanzo “Le nostre anime di notte”, Lella Costa ed Elia Schilton portano in scena uno spettacolo al teatro Manini di Narni il 17 febbraio alle ore 21. Costa vestirà i panni di Addie, mentre Schilton quelli di Louis, entrambi vedovi ultrasettantenni, che vivono da soli a pochi metri l’uno dall’altro, ma senza essersi mai frequentati, fino a quando un evento improvviso non cambia le carte in tavola. 

La regista, Serena Sinigaglia spiega: «Una storia lieve, sussurrata nella notte. Niente urla, niente violenza, niente arroganza. Non si sgomita qui per affermare il proprio diritto ad esistere, tutto qui è in punta di piedi, delicato, mite. Un vero balsamo per chi si sente stritolato da questo mondo strillone e brutale. Lella Costa è Addie, Elia Schilton Louis. Due attori magnifici che possono incarnare la dolcezza, la poesia di questa storia con la luce e il garbo che richiede. Noi spettatori saremo con loro, ascolteremo le loro conversazioni, avremo il privilegio di vedere compiersi di fronte ai nostri occhi l’unione delle loro anime».
La trama dello spettacolo: Addie e Louis, entrambi vedovi ultrasettantenni, che vivono da soli a pochi metri di distanza, si conoscono da anni, perché Addie era buona amica di Diane, la moglie scomparsa di Louis, ma in realtà non si frequentano, almeno fino al giorno in cui Addie fa al vicino una proposta piuttosto spiazzante. Dal momento che, dopo la scomparsa del marito, ha delle difficoltà ad addormentarsi da sola, invita Louis a recarsi da lei per dormire insieme. Non si tratta di una proposta erotica, ma del desiderio di condividere ancora con qualcuno quell’intimità notturna fatta soprattutto di chiacchierate nel buio prima di cedere al sonno. Ma la società non è pronta a concedere a chi entra nel terzo tempo della vita un sogno romantico.

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