Missione innovazione tecnologica, arrivano 70 milioni per cambiare volto alla sanità umbra, 15 all’ex Silvestrini. Ma ora vanno messi a terra

SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | Un’occasione per la sanità umbra (macchinari e interventi sugli edifici) ma soprattutto una svolta per l’ospedale più importante dell’Umbria, grazie alle risorse ex articolo 20 portate nella regione

di Marco Brunacci

PERUGIA – Per spiegare meglio l’occasione (forse irripetibile, almeno per i prossimi anni) di cambiare il volto tecnologico dell’ospedale ex Silvestrini, il principale dell’Umbria: sono stati reperiti 70 milioni 662 mila euro destinati all’innovazione dei macchinari e in parte minore alla sistemazione architettonica dell’edificio. Serviranno per le due Aziende e le Asl dell’Umbria, in particolare la Asl1 e i suoi molti presidi ospedalieri. Ma oltre 15 milioni resteranno all’Azienda di Perugia.

Questo significa che potrà essere svecchiato il parco macchinari dell’ospedale con strumenti avanzati e nel contempo possono essere rafforzati certi presidi per la diagnostica, con riflessi positivi, in entrambi i casi, anche sullo smaltimento delle liste d’attesa.
I soldi arrivano al 95% dai fondi ex articolo 20, sui quali ha lavorato per mesi il direttore generale della sanità Massimo D’Angelo, e il 5% dalla Regione.
Portare in Umbria questi fondi può essere di sicuro considerato un successo per la presidente Tesei nella sua personalissima campagna sulla sanità regionale e relativi limiti e ritardi. Ma adesso le risorse reperite devono – con un’espressione molto usata in questo periodo – essere messe a terra.
D’Angelo ha seguito l’iter del finanziamento, ora, per quanto riguarda il cruciale intervento sull’ospedale di Perugia, tocca al direttore generale dell’Azienda ospedale di Perugia, De Filippis, che è stato scelto dalla Regione di concerto con l’Università, non sbagliare questo che è il test fondamentale per la sanità perugina, ma anche per lui.
La possibilità di riuscita si basa – come annunciato già da Umbria7 – sull’intesa sanitaria raggiunta tra Regione e Università. Un accordo complesso, frutto di un lungo e laborioso lavoro di cucito, tra esigenze che restano – in diversi casi – lontane tra loro. Quelle di alcuni medici universitari e di altrettanti medici ospedalieri.
Il compromesso raggiunto sembra consentire di andare avanti.

Il progetto di ammodernamento e sistemazione dell’ospedale sarà anche il primo test sulla tenuta del (fragile) equilibrio raggiunto.
Aiuterà a raggiungere un risultato positivo l’apertura dei concorsi per ricoprire i posti vacanti di primario, posti vacanti che sono un fattore di instabilità spesso con importanti ripercussioni sul servizio ai pazienti.
Non è un mistero poi che la presidente Tesei pretenda anche una svolta nella gestione quotidiana dell’ospedale. Decisioni più rapide, polso dove serve, mediazioni opportune negli altri casi.
Tenendo presente – occorre sempre ricordarlo – che il servizio al cittadino deve essere la stella cometa da seguire. Vale per amministratori, medici, paramedici e fino all’ultimo che svolge questo tipo di lavoro così decisivo per la qualità della vita di tutti.

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