Più dolori che gioie: il rapporto tra il sindaco e il suo partito è sempre causa di mal di pancia

Lo scatenato Bandecchi si dimette in contrasto con Ap. Nel 2011 il mite Di Girolamo lo fece con il Pd

TERNI – Il rapporto tra il sindaco e il suo partit più dolori che gioie. L’ energico e scatenato Bandecchi si dimette da sindaco in contrasto con il proprio partito, AP, del quale è anche segretario nazionale. Nel 2011 Leopoldo Di Girolamo si dimise perché in contrasto con il PD e il gruppo consiliare. All’ epoca il sindaco litigava con i suoi per il bilancio. Oggi i termini del confronto tra Bandecchi e i suoi sono meno chiari.
Il partito del momento che fa arrabbiare il sindaco di turno. Per il resto le analogie tra i due sindaci finiscono qui. Nel 2011 chi c’era racconta di un Di Girolamo molto istituzionale nel gestire la crisi: consultazioni con le forze politiche, con le associazioni di categorie della città, con le rappresentanze. Uno stile paludato e riservato. Come quello tenuto lunedì in aula tra il pubblico. Pochissime parole: «Sono venuto a sentire. A me hanno fischiato tante volte ma mai ho fatto sgombrare l’ aula”»
Oggi Bandecchi ha un approccio molto social, prende di petto AP il suo partito quasi che fosse un avversario. Una marea di dichiarazioni, due maree di parole che se ne fregano di essere politicamente corrette.
Nel 2011 la vicenda è tutta giocata nella Conca. Nel 2024 Bandecchi è un personaggio mediatico e sulle sue dimissioni intervengono tutti, dal sindaco di Taormina Cateno De Luca, agli editorialisti nazionali che gli danno del fuggiasco. Nel 2011 Leopoldo Di Girolamo ritirò le dimissioni dopo 16 giorni. Il conto alla rovescia per Stefano Bandecchi è appena iniziato.

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