El. Cec.
TERNI – Federica Burgo, Chiara Scialdone, Michele Martini e Valerio Guidarelli dell’associazione Terni Valley, contenitore di idee che partono dal basso, per contribuire al miglioramento della città, si è inserita del dibattito politico per esprimere la propria opinione sul ritiro delle dimissioni del primo cittadino. Il direttivo di Terni Valley: «Una situazione inaccettabile essere sotto scacco di un sindaco che spariglia le carte in tavola continuamente senza un apparente motivo.Inoltre, il dibattito pubblico è incentrato solo sulle frasi sempre più insensate del primo cittadino».
Sono alcuni degli elementi che sottolinea l’associazione giovanile, rimarcando il fatto che il dibattito politico «ha raggiunto i suoi minimi storici. Da un lato le dimissioni, poi ritirate, del sindaco Bandecchi, senza un perché e una spiegazione, sempre più chiaramente un gioco ai danni della città.L’elezione del sindaco Bandecchi è a nostro parere la conseguenza del fallimento delle classi dirigenti della politica locale. Sia della sinistra che della destra. È il punto senza ritorno di una classe politica mediocre, incapace di essere utile alla città e incapace negli ultimi anni di tradurre le esigenze dei cittadini in concrete possibilità di rinnovamento. Una classe politica che non conosce dignità e non vive la città, ma se ne autoproclama senza merito classe dirigente e pretende di guidarla fuori dalla palude dove la ha condotta. La causa del problema non può essere la sua soluzione».
L’associazione sottolinea che il territorio ternano abbia «bisogno di donne e uomini nuovi che si impegnino in prima linea, che lo facciano in modo generoso e senza tornaconti e di un radicale rinnovamento politico. Per fare questo bisogna sottrarsi a scelte precostituite. È alle donne e agli uomini liberi che pure a Terni ci sono che continuiamo a fare appello, per non lasciarci soli e per aderire alla nostra associazione, animarla ed orientarla, in modo da essere in grado alla prima occasione utile di offrire alla città una seria alternativa che la riporti nel ventunesimo secolo ed in Europa, rompendo ogni provincialismo. Noi siamo preoccupati dal nostro futuro, e abbiamo il dovere morale e civile di garantirlo per noi e per la città».


