TERNI – Bandecchi come il suo solito l’ ha toccata piano: «Il progetto del Verdi fa schifo». Il Comitato che raccoglie gli scettici ha lanciato in queste ore un ultimo appello: «Il Verdi che si vuole realizzare non solo non è rispettoso della tradizione del teatro all’ italiana ma è piccolo, non all’ altezza delle esigenze culturali della città e anche costoso». Come se non bastasse all’ appello era presente anche l’assessore ai Lavori Pubblici Giovanni Maggi.
Tutto questo mentre il cantiere, seppur lentamente, va avanti. Un progetto che vede ormai un’ unica paternità, quella della giunta Latini. Un cantiere che dovrebbe portare a quel cinema teatro di nuova versione che si rifà comunque alla ricostruzione del dopoguerra. Quella che a sua volta vide i resti del teatro dell’ Ottocento bombardato demoliti. Per fare posto a una nuova edificazione completamente diversa dal passato.
Il Comitato degli scettici non ha dubbi: «I posti dell’ attuale progetto non arrivano a settecento, non è possibile allestire nella maniera dovuta grandi rappresentazioni, soprattutto quelle liriche, nonostante Terni sia sede di un conservatorio statale». Ancora: «Per le ultime file la visibilità è ridotta, l’ acustica è quella che è». Sotto accusa ancora di più il ridotto interrato, costoso e poco utilizzabile.
Per il comitato solo recuperando la fisionomia e i volumi del Poletti si può arrivare a una struttura da mille posti, una dimensione che ottimale anche per una virtuosa gestione economica.
Critiche tecniche, punto per punto, quelle del Comitato. Bandecchi invece il progetto lo accartoccia tutto e lo butta via: «Non va bene, anche la ditta che sta eseguendo i lavori non è all’ altezza».
Ma la domanda è sempre quella: a questo punto quante possibilità ci sono di fermare il cantiere e cambiare il progetto?
L’ assessore ai Lavori Pubblici ha strizzato l’occhiolino al Comitato, ha parlato di preziose indicazioni. Molto meno chiaro se possano essere recepite o meno. Si affievoliscono anche le “speranze” di bloccare tutto e redigere un nuovo progetto in seguito ai ritrovamenti archeologici. I saggi effettuati non hanno evidenziato reperti importanti. Certo, quando entreranno in funzione le ruspe per lo scavo di nove metri di profondità, per effettuare il ridotto – 7 metri, le sorprese potrebbero non mancare.



