Redazione Perugia
SPOLETO (Perugia) – Restituiti gli scorsi giorni dai carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale al Museo archeologico nazionale e al teatro Romano di Spoleto alcuni manufatti sequestrati dai carabinieri a un uomo, cittadini di origini rumene ma residente da anni nello spoletino, denunciato per ricettazione di beni culturali.
Tredici i reperti archeologici ritenuti dagli esperti “di particolare interesse e valenza culturale” rinvenuti dopo l’indagine iniziata lo scorso anno e coadiuvata dai colleghi della stazione di Cerreto di Spoleto. I militari dell’Arma territoriale, infatti, nell’effettuare un intervento nell’abitazione privata della persona successivamente denunciata per il possesso di manufatti provenienti da scavo clandestino, si sono imbattuti nella “piccola” collezione di oggetti d’archeologia per i quali non è stata fornita alcuna prova per giustificarne la detenzione. Chiamati sul posto anche i carabinieri del nucleo Tpc che hanno provveduto a sequestrare il materiale illecitamente detenuto.

L’autorità giudiziaria spoletina, una volta ricevuto il circostanziato rapporto e convalidato il sequestro dei manufatti, ne ha poi disposto l’esame autoptico a cura degli archeologi della direzione regionale Musei dell’Umbria che ne hanno confermato l’autenticità fcon tanto di tipologia, provenienza e valore. La particolare rilevanza storica dei manufatti è stata confermata dagli esperti al termine del lavoro di accertamento effettuato sull’eterogeneo nucleo di reperti, costituito da oggetti bronzei, ceramici, vitrei, la cui produzione è stata collocata in un arco cronologico compreso tra il decimo secolo a.C. e la prime età imperiale (I secolo a.C. – II secolo d.C.).
Per quanto riguarda l’area geografica di riferimento, dalla composizione dei materiali e dai criteri di realizzazione e raffigurazione, la produzione è stata individuata in ambiti italico, etrusco e romano, mentre il valore economico complessivo, che prescinde in modo sostanziale da quello storico-artistico riferito alla natura di “testimonianza culturale”, è stato quantificato in circa 15.000 euro. Fra gli oggetti esaminati è stato dichiarato di particolare interesse, per lo stato di conservazione delle pittura e la rappresentazione delle figure disegnate, l’Anfora nicostenica a figure nere con sovradipinture bianche, nonché manufatti quali: una ciotola a piede distinto vernice nera; una kylix a vernice nera; un coperchio di lekane a figure rosse; una coppa tipo ionica; un kantharos in bucchero; un guttus a vernice nera costolato; un calice o bicchiere biansato a vernice nera; un vaso da profumo in vetro; una olpe in bucchero; una oinochoe in bucchero; un aryballos etrusco-corinzio; una fibula in bronzo. Gli oggetti, per caratteristiche e tipologia, sono stati ritenuti “interessanti” per le sole finalità espositive e di studio, poiché essendo stati decontestualizzati, ovvero non essendo più possibile ricondurli al loro originale sito di ritrovamento, i reperti non restituiscono nelle loro parti le informazioni utili di uno specifico luogo per ricostruire la ricchezza del territorio e della relativa popolazione.

Alla riconsegna al Museo archeologico nazionale di Spoleto nelle mani della direttrice Silvia Casciarri hanno partecipato anche il neo nominato direttore dei Musei nazionali di Perugia – direzione regionale Musei Umbria Costantino D’Orazio, i comandanti Guido Barbieri e Teresa Messore.


