R.P.
CITTÀ DI CASTELLO (Perugia) – Se non è un record mondiale, poco ci manca. Una famiglia di arbitri di calcio: su quattro componenti, esclusa la mamma, gli altri tre – papà e due figli – indossano la divisa d’ordinanza con fischietto, cartellini, taccuino e cronometro.
Ogni fine settimana infatti, in coincidenza con le designazioni che vengono diramate dal Comitato regionale Aia Umbria, papà Flavio, 54 anni, titolare di un noto negozio di calzature nel centro storico, appassionato di calcio, i figli, Rossella, 22 anni, neo-laureata in tecniche di Laboratorio biomedico con la votazione di 110 e lode ed Alessandro, 19 anni, studente universitario, dopo aver salutato la mamma, Silvana Esposito, borsone alla mano, salgono in auto per raggiungere gli stadi dove si svolgono le gare da dirigere, come arbitri o collaboratori, che gli sono state assegnate. Un rituale familiare a dir poco inedito che ormai si ripete da qualche anno, anche il fine settimana scorso, che non è certo passato inosservato non solo per l’originalità a prima vista, ma per i valori e sani ideali di passione per lo sport e rispetto delle regole, tanto da meritare un riconoscimento ufficiale da parte del comune di Città di Castello.
Non solo sport e passione per il fischietto, la famiglia Benni è unita anche sul versante della solidarietà, papà Flavio, iscritto da anni alla locale sezione Avis dal 1995 ed ha effettuato, ad oggi, 54 donazioni. È stato premiato con la benemerenza in oro nel 2018. La figlia Rossella è donatrice dal 2020 mentre il figlio Alessandro ha effettuato lo screening iniziale per poter diventare donatore.
Flavio, è diventato arbitro nel 1988 attraverso i manifesti del corso arbitri a Città di Castello ed ha deciso di provare. Ha iniziato dai campionati giovanili, poi seconda, prima categoria, Promozione ed Eccellenza Umbra, poi è transitato nell’organico nazionale in serie D dal 1997 al 2002, andando in tanti stadi e visitando le città più belle d’Italia. La gara più emozionante risale al 1999 allo stadio Liberati quando fece l’assistente nell’amichevole Ternana –Lazio nell’anno della vittoria dello scudetto degli aquilotti. Nel 2014 ha partecipato al corso da osservatore arbitrale ed ora gira l’Umbria a visionare i giovani arbitri mettendo a disposizione la sua esperienza. Flavio non ha abbandonato il campo, infatti ancora arbitra qualche gara, fa la visita medica agonistica ed i test atletici facendosi trovare pronto in caso di necessità come pochi giorni fa quando ha avuto il piacere di fare l’assistente in una gara di Promozione insieme a due colleghi che avevano l’età dei suo figli.
Nella vita di tutti i giorni Flavio è titolare di negozio storico di calzature (oltre 50 anni, tre generazioni) e segue anche l’attività associativa dei commercianti, come vicepresidente del Consorzio Pro Centro e rappresentante di Confesercenti Città di Castello.
Racconta ancora Benni: «Ho trasmesso la mia passione per l’arbitraggio anche ai miei figli prima a Rossella 22 anni, che da piccola mi vedeva tornare col borsone, mi seguiva con la mamma quando ero in zona e guardava le gare in Tv e si è subito appassionata tanto da costruirsi da sola i cartellini all’età di 6-7 anni e si è studiata il Regolamento del giuoco del calcio già qualche anno prima di diventare arbitro nel 2017. Ha arbitrato gare in prima categoria regionale e Juniores nazionali in terna, poi qualche gara in Promozione come assistente. La gara più emozionante per lei di sicuro quando ha arbitrato la finale del Campionato di Eccellenza Regionale Femminile in terna con la collaborazione di due assistenti donne». Il tutto senza togliere spazio allo studio, Rossella infatti due mesi fa ha brillantemente conseguito presso la facoltà di Medicina dell’Università di Perugia, la laurea in tecniche di Laboratorio Biomedico con la votazione di 110 e lode».
Ultimo in ordine di tempo in famiglia ad indossare la divisa da arbitro, Alessandro, 19 anni. «Prima ha giocato a calcio per diversi anni – dice papà Flavio – poi coinvolto da me e dalla sorella è diventato arbitro tre anni fa: ora arbitra nei campionati giovanili ed ha fatto anche una gara in promozione come assistente. Anche lui come la sorella frequenta l’università di la facoltà di medicina perugina con ottimi risultati. Durante la settimana ci si allena, si prepara la gara anche studiando le squadre e poi la domenica anche se in stadi diversi si parte da casa tutti e tre con il borsone da arbitro per una passione che ci accomuna e non conta quale categoria si arbitra, dalla più piccola alla serie A, l’importante è divertirsi sempre, fare nuove amicizie, crescere e formare la personalità».
Svolge un ruolo importante anche mamma Silvana che, racconta Benni «ci supporta e ci sopporta, quando siamo vicino ci segue ma spesso resta sola a casa aspettando il nostro ritorno quando riportiamo le divise da lavare ed è contenta che condividiamo insieme uno sport bellissimo che ci unisce». Dopo la bella emozione, lo scorso anno in estate, di aver arbitrato insieme a Rossella nel Torneo In Amicizia – una bella iniziativa di sport e solidarietà in favore delle popolazioni alluvionate della Romagna – il desiderio – conclude Flavio – è quello «di scendere in campo tutti e tre insieme nella stessa gara».
«L’amministrazione comunale a Flavio, Rossella e Alessandro Benni famiglia di arbitri di calcio per l’esempio di lealtà, rispetto delle regole, dei valori etici e sportivi dentro e fuori dal rettangolo di gioco», così recita la motivazione impressa nella targa che oggi allo stadio comunale Corrado Bernicchi è stata consegnata dal sindaco, Luca Secondi e dell’assessore allo sport, Riccardo Carletti, alla presenza del presidente della sezione Aia di Città di Castello, Gabriele Magrini, per sugellare in maniera ufficiale una bella storia di vita quotidiana di sport e valori che la famiglia Benni rappresenta al meglio attraverso l’arbitraggio.


