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Emergenza impresa / «Non trovo tecnici specializzati. Faccio una scuola per la mia azienda»

Il nodo irrisolto della formazione, nonostante tante parole. Il grido d’allarme lanciato da Simone Alberati, un umbro vulcanico, tornato a produrre in Umbria dopo essere stato in giro per il mondo. «Ci sono idee e brevetti. Ma non possiamo crescere così»

M.BRUN.

PERUGIA – «Cerco tecnici specializzati per un’azienda in grado di crescere, nel cuore dell’Umbria, con il cervello in Umbria e un mercato potenziale straordinario. E cosa mi succede? Non li trovo. Non mi resta che fare da solo una scuola».
In che senso? «Una scuola. Se la formazione non c’è, nel nostro mestiere, che va verso specializzazioni sempre più marcate e che prevedono conoscenze di macchine e settore approfondite, non si può improvvisare. Vorrà dire che accanto all’azienda, che prova a crescere e che ha le potenzialità per farlo, mettiamo su una scuola».
Ma non ci sono già Istituti e corsi di ogni genere, con investimenti pubblici e di associazioni? «Io le faccio il nostro caso: la nostra azienda, settore packaging, cerca un montatore elettromeccanico-trasfertista. Non è cosa che si improvvisa. Allora bisogna confrontarsi e capirsi con chi di formazione si occupa. Si tratta di un’area decisiva per le imprese di oggi, ma non è possibile farlo bene senza fissare degli obiettivi. Il nostro è un obiettivo preciso, non l’unico, certo che no, ma qui si può fornire una direzione di marcia per la formazione. Solidità dei punti di partenza, concretezza degli obiettivi».

Parla Simone Alberati, un vulcanico umbro che ha voglia di fare imprese e ha girato il mondo con un’azienda leader nel packaging, finchè è tornato da esperienze a Londra e a Chicago, con le idee chiare e una serie di brevetti in tasca. Uno di questi è unico al mondo. La macchina, che mostra con ragionevole orgoglio, adesso è montata nel capannone di Corciano, nello stabilimento che è partito come meglio non si poteva, ma attende di crescere. Parliamo di Best Box It, con il suo sistema Bbi.us.
«Si dice dell’Umbria che deve incentivare l’innovazione, deve fare di più e di meglio per essere protagonista sul mercato internazionale. Sì, ma se non sei capace di fare formazione e di indirizzarla nei posti giusti non si fa nulla, credetemi».
E poi ancora tutto d’un fiato: «Grandi aziende hanno scelto di produrre scatole su misura usando i sistemi di bbi.us. Così facendo si riducono i costi di spedizione, materiale e manodopera. I tempi di imballaggio sono ridotti del 75%. C’è un’ottimizzazione che non si limita alla produzione ma, se posso dirlo, incide sull’operatore, sul suo modo di vivere il lavoro. La logistica italiana può fare una grande passo in avanti con un’automazione intelligente».
Pensate a un prodotto che arriva da corriere – ormai una quantità nelle case di tutti -. se c’è la possibilità di tagliare, in un tempo definito, una scatola adeguata alla grandezza del prodotto, cambia tanto per i dipendenti, per l’azienda, e alla fine anche per i clienti.
«Noi siamo convinti che per avere i migliori professionisti le aziende debbano assicurare il meglio ai propri dipendenti. Ecco perché crediamo di dover sempre applicare politiche migliorative sul posto e sulle condizioni di lavoro. Tutti parlano di risorse umane, ma se si vuole usarle al meglio da questo circolo virtuoso non si esce: personale formato, selezionato, gratificato per avere aziende al top della competitività».
Su Internet il vulcanico Simone ha voluto una citazione di Theodore Roosevelt: «Il miglior premio che la vita offre è l’opportunità di lavorare su qualcosa che valga la pena». E lui lo sta facendo. Magari ci sarà pure la scuola, se non si trova soluzione.

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