TERNI – Una settimana di passione. Una settimana da dimenticare, che non ha risparmiato vittime neanche il giorno di Pasquetta. Nella notte tra domenica e lunedì una ragazza è stata scippata in via Corona, in fondo a corso Vecchio: «Due nordafricani rigorosamente in bicicletta hanno scippato mia figlia. Era in compagnia di due amiche, i loro genitori, un’altra coppia di adulti» – la denuncia della mamma della vittima in un post di Facebook. E lunedì alle 21, 20 in punto, la spaccata al negozio di calzature Massarelli all’angolo tra largo dei Banderari e via delle Portelle, oltre i tentati furti in via Angeloni.
La lista delle spaccate, impressionante. In corso Vecchio il negozio di apparecchi acustici “Ci senti” all’inizio di corso Vecchio (saccheggiato tre volte), la tabaccheria Vizi e Virtù, l’ Antichità Bulzomì, la sartoria Banderari all’angolo con via De Filis. In piazza del Mercato il panificio Colasanti. In via Castello l’Asso di Fiori. In via Angeloni la copisteria Copycenter e il tentato furto al negozio di abbigliamento donna Marianna la sera della spaccata al negozio di calzature Massarelli. Ma la spaccata più clamorosa, che testimonia l’assenza di controlli in centro, quella al negozio di telefonia di piazza Dalmazia, con un bottino di oltre 10mila euro. Nel mezzo il pestaggio di un giovane per portargli via pochi spicci a pochi metri da porta Sant’Angelo. Un’ondata di violenza che sembra ormai essersi impossessata di una città che pure nelle classifiche nazionali per la sicurezza non è tra le peggiori. Ma gli episodi eclatanti abbondano. Perché è eclatante che il negozio di apparecchi acustici venga preso di mira per tre volte in quattro giorni. Perché non è abituale che in piazza Dalmazia, i malviventi si mettano ad armeggiare sul marciapiede per manomettere l’impianto d’allarme e nessuno se ne accorda. E perché desta stupore che neanche se si passeggia in centro in compagnia di adulti si è sicuri: la ragazza scippata in via Corona era insieme ai genitori di una sua coetanea e ad un’altra coppia di adulti.
Quello che colpisce è l’ ondata, il senso dell’ assalto e di impunità.
Nei giorni scorsi il sindaco Bandecchi ha polemizzato con questore e prefetto sul coordinamento della sicurezza. In particolare sulla mancata presa d’atto delle dieci pattuglie di vigilanza privata messe a disposizione da UniCusano e che si limitano a darsi il cambio nei parchi pubblici.
Sempre nei giorni scorsi si è parlato della necessità di presidi dell’esercito. Addirittura si è ipotizzato un numero necessario: tre pattuglie. Non si capisce perché non quattro. Ma il messaggio è chiaro: c’è un pezzo della città che, a torto o a ragione, aspetta un cambio di passo per quanto riguarda la sicurezza.


