R.P.
PERUGIA – Una vera alternativa, capace di dare voce alle insofferenze della gente con risposte concrete. Leonardo Caponi non ha dubbi: la falce e il martello avranno il loro peso alle amministrative dell’8 e 9 giugno. «I primi sondaggi e le previsioni dei commentatori – dice il candidato sindaco di Pci-Perugia contro guerra e neoliberismo in una nota – pur con tutto il beneficio di inventario e le cautele con le quali vanno presi, testimoniano che il sottoscritto candidato a sindaco e la nostra lista non soltanto “esistono”, ma vantano un peso nel dibattito politico elettorale e potrebbero avere un ruolo importante anche sull’esito finale del voto».
Per l’ex senatore, candidato sindaco della lista che ha riportato il simbolo storico del Pci sulle schede elettorali perugia, tutto ciò deve essere visto come «una smentita per chi ha voluto definire il nostro come un voto “inutile” o vuole rappresentarlo come tale. Siamo un’alternativa ad un sistema politico nel quale, anche a Perugia le differenze programmatiche sostanziali sono appannate e sfumate. In un certo senso siamo anche noi una forza “antisistema” ma non nel senso di chi vuole sfasciare tutto per lasciare tutto come prima, ma di chi vuole incanalare l’insoddisfazione popolare e pubblica verso l’obiettivo costruttivo di un cambiamento reale». Continua Caponi: «Credo che gli elettori abbiano avuto e avranno modo di apprezzare la nettezza inequivoca delle nostre posizioni e proposte. Siamo gli unici che parlano di guerra e chiedono la fine della fornitura di armi all’Ucraina, trattativa subito e l’uscita dell’Italia dalla Nato, oltre alla soluzione della tragedia palestinese, portando come capolista un medico palestinese. Siamo per fare lo stadio nuovo, ma contro il progetto di Arena Curi, contro il raddoppio di Collestrada e contro il Nodino che, allo stato attuale, non servirebbe a nulla». La lista Pci-Perugia contro guerra e neoliberismo, dice il candidato sindaco, è «per un nuovo modello di sviluppo che preveda una reindustrializzazione di qualità nella filiera delle imprese ad alta tecnologia e il sostegno all’artigianato e alla piccola impresa. Per ripopolare il centro storico abbiamo proposto di fare, nelle Vecchie Carceri, al posto della cittadella giudiziaria, appartamenti a canone sociale per giovani coppie. Siamo gli unici che si pongono il problema delle risorse e del loro reperimento per non fare oggi promesse da marinaio».


