di Marco Brunacci
PERUGIA – Comunità montane, nuovo passo in avanti verso la normalizzazione di un masso al collo dell’economia umbra che rischiava di far tracollare i bilanci dell’Ente. Il liquidatore incaricato ha annunciato alla Giunta regionale che l’attivo avanza e la massa debitoria, complessivamente, sta scendendo. Questo detto come si può dire in una chiacchiera da bar ma in fondo è l’essenziale.
Il resto della comunicazione è un bosco fiorito di indicazioni tecniche finalmente rassicuranti dopo anni di buio pesto.
Però nella relazione del liquidatore c’è anche una nuova rivelazione che è da libro di storia patria regionale e la dice lunga sul come è stata gestita l’Umbria.
Anche qui in sintesi. è scoppiato il bubbone Comunità montana Monti del Trasimeno. Ma adesso si conoscono i particolari del motivo per cui in 4 su cinque delle Comunità montane si è riusciti a raggiungere un sostanziale pareggio, mentre per quella del Trasimeno si deve solo attendere il giorno del giudizio.
Allora: si scopre che Cassa depositi e prestiti ha portato in tribunale la Comunità montana Monti del Trasimeno per 64 (sessantaquattro) finanziamenti, un totale di 14 milioni, chiesti per conto dei Comuni dell’area, in sette “magnifici” anni: quelli che vanno dal 1998 al 2005.
La Cdp vuole indietro i soldi. Va da sé che il liquidatore di più non poteva fare se non chiedere al tribunale, prima di agire secondo leggi vigenti, di verificare la quota interessi per un eventuale caso di anatocismo, ma per il resto è pronto a farsi da parte finché la Cdp agisca nei confronti dei Comuni che hanno avuto i 64 finanziamenti di cui sopra.
Si poteva fare una cosa del genere? La risposta è: boh. In un Paese come quello in cui viviamo tutto è molto aleatorio, però qui una certezza c’è: i Comuni dovranno restituire i soldi, magari con un poco nobile gioco del cerino, da passare al sindaco successivo, tirando il più possibile in lungo i tempi finché si può.
Per fare due conti: i cittadini dei Comuni del Trasimeno, amministrati dalle giunte comunali che hanno avuto i finanziamenti per interposto mezzo della Comunità montana Monti del Trasimeno, devono ripianare i 14 milioni richiesti dalla Cdp e quel che non si potrà recuperare dei 20 milioni di disavanzo che ha tutt’ora la “Trasimeno”, finite quasi tutte le operazioni di riduzione del monte debiti. E’ possibile, in realtà, che l’opera liquidatrice porterà a un riduzione dei debito “storico”, ma dei 20 milioni ne resteranno comunque non meno di 8-9 milioni. Che andranno saldati dai cittadini dei Comuni interessati.


