Il sindaco Romizi: «La felicità sarebbe cercare nemici, avversari da schiacciare? Che tristezza. La nostra è una comunità con tante anime e tutte meritano rispetto»

L’intervento del primo cittadino e leader della sua lista. Il vicesindaco Tuteri: «Una campagna così aggressiva solo per tornare a un passato che tutti conosciamo, con i guai che ha provocato»

PERUGIA – Riflessioni, lettere aperte, pensieri. Il sindaco Andrea Romizi e il vice Gianluca Tuteri affidano ai social i loro commenti sulle necessità della città, ma anche su felicità e «arrocchi ideologici».

IL POST DEL SINDACO ROMIZI

I𝗡 𝗖𝗛𝗘 𝗗𝗜𝗥𝗘𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗜𝗡𝗧𝗘𝗡𝗗𝗘 𝗔𝗡𝗗𝗔𝗥𝗘 𝗟𝗔 𝗡𝗢𝗦𝗧𝗥𝗔 𝗖𝗢𝗠𝗨𝗡𝗜𝗧𝗔̀?
𝗦𝗶 𝗽𝘂𝗼̀ 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮𝗿𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗲𝗹𝗶𝗰𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝘁𝗮̀ 𝗮𝗻𝗱𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗮 𝘁𝗿𝗮𝗰𝗰𝗶𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗶𝗴𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗲𝗽𝗮𝗿𝗮?
𝗧𝗼𝗿𝗻𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗮 𝗰𝗹𝗮𝘀𝘀𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗲, 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝘁𝗿𝗼𝗽𝗽𝗼 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼 𝗲̀ 𝗮𝗰𝗰𝗮𝗱𝘂𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮̀, 𝗶𝗻 𝗯𝘂𝗼𝗻𝗶 𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶, 𝗮𝗺𝗶𝗰𝗶 𝗲 𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗮𝗺𝗶𝗰𝗶. 𝗗𝗲𝗺𝗼𝗰𝗿𝗮𝘁𝗶𝗰𝗶 𝗲 𝗮𝗱𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗳𝗮𝘀𝗰𝗶𝘀𝘁𝗶? 𝗜𝗼 𝗳𝗮𝘀𝗰𝗶𝘀𝘁𝗮 😳?
𝗔𝗹𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗿𝗶𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗮 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 “𝗰𝗼𝗻𝗾𝘂𝗶𝘀𝘁𝗮” 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗮𝗻𝗱𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗻𝗱𝗶𝗲𝘁𝗿𝗼 𝗲 𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗿𝗶𝗻𝘂𝗻𝗰𝗶𝗮𝗿𝗲, 𝘀𝗲𝗽𝗽𝘂𝗿 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗱𝗶𝗮𝗹𝗲𝘁𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗲 𝗮 𝘃𝗼𝗹𝘁𝗲 𝗱𝘂𝗿𝗮, 𝗮𝗹 𝗱𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗮𝘀𝗰𝗼𝗹𝘁𝗼 𝘀𝗶𝗻𝗰𝗲𝗿𝗼 𝗲 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗮𝗽𝗮𝗰𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗶 𝗱𝗶𝗮𝗹𝗼𝗴𝗼 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗽𝗿𝗲𝘇𝗶𝗼𝘀𝗶 𝗲 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗮𝗿𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝘀𝘀𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗲𝗶 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝘃𝗶𝘃𝗶𝗮𝗺𝗼.
𝗣𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝘁𝗮̀ 𝘂𝗻𝗶𝘁𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗲̀ 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝘂𝗻 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗲𝘀𝘁𝗲𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗼 𝗲𝘁𝗶𝗰𝗼, 𝗺𝗮 𝗲̀ 𝘂𝗻 𝗲𝗹𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗰𝗶𝘀𝗶𝘃𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮̀ 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗳𝗼𝗿𝘁𝗲 𝗲 𝗺𝗲𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗰𝗮𝗽𝗮𝗰𝗲 𝗱𝗶 𝗮𝗳𝗳𝗿𝗼𝗻𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗲 𝘀𝗳𝗶𝗱𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝘀𝘀𝗲 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗶.
Per dieci anni ho lavorato costantemente per una città unita, che non vuol dire disconoscerne le sue diverse componenti ma cercare la chiave per farle dialogare e per ricavare dai diversi punti di vista di partenza una sintesi migliorativa. Poiché sono sempre stato convinto che amministrare una comunità significasse prima di tutto avvicinare, unire, creare legami.
Ed è proprio partendo da questi presupposti che mi preoccupa constatare che si sta costruendo una pericolosa retorica che fa leva su divisioni e classificazioni. Si cerca di separare. O con noi o contro di noi.
La politica che mi piace e che abbiamo sempre perseguito è quella che funge da collante, un filo che unisce le persone. Proprio per questo non mi preoccupano i pugni chiusi o i richiami a determinate ideologie. Quello che davvero mi preoccupa è che chi pensa di poter guidare una città lo faccia facendo leva sulle divisioni, su quello che separa e non su quello che accoglie.
A tutto ciò si aggiunge il profondo dispiacere per il fatto che si sta cercando in ogni modo di diffondere l’idea di una Perugia desolata.
Città infelice di persone infelici.
Conosciamo bene quelle che sono le criticità del nostro territorio, le ferite da curare, che di certo non abbiamo causato noi. E nonostante ciò non abbiamo passato gli anni a puntare l’indice contro qualcuno ma abbiamo lavorato per cercare soluzioni e per metterle in pratica.
Ed è proprio in questa direzione che abbiamo mosso il nostro impegno.
Con la convinzione che quanto realizzato in questi anni andrà presto a produrre frutto.
Le criticità più importanti portano con sé anche i cambiamenti più importanti che richiedono percorsi complessi e un’idea, una visione di città ad ampio respiro che in questi ultimi anni ha visto l’impegno, la competenza e la passione di tanti cittadini che si sono riappropriati di uno spazio, di un desiderio di azione, di una volontà di partecipazione che da tempo mancava.
Mi viene da dare per assodato che tutti coloro che si approcciano alla cosa pubblica, che scelgono l’impegno politico e che si candidano per rappresentare la propria gente lo facciano con il desiderio di renderla felice, ed è proprio per questo che, oltre alle parole che parlano alla pancia, che fomentano e strappano applausi, la differenza vera la fanno le proposte, le azioni e la capacità di presentare programmi efficaci che si possano concretizzare.
Pertanto mi chiedo… è davvero questa la strada per costruire la felicità?
Portare avanti la dialettica della contrapposizione, dei nemici, dell’avversario da schiacciare?
Credo che nessuna parte politica possa vantare la pretesa di rappresentare di per sé l’Anima di questa comunità, che è sempre stata una comunità ricca grazie al fatto che di anime ne ha tante, diverse, plurali e a ognuna di queste devono esserne riconosciute la giusta considerazione e la propria dignità.

IL POST DEL VICE SINDACO TUTERI

Non ci sto a sentirmi dare del fascista. Sono antifascista e fermamente anti marxista .
Non ci sto a cavalcare ideologie per accaparrarmi voti che vengono dallo stimolare la pancia piuttosto che la ragione.
Credo che ai cittadini serva felicità e non preoccupanti rievocazioni. la felicità si costruisce con le relazioni non con le divisioni. Sosteneva Aristotele che la fioritura degli individui non si ha da soli ma almeno in due e meglio se in più e che la forza del gruppo aumenta con la promozione della simbiosi tra i singoli non con la sudditanza a falsi pensieri comuni, umilianti per i singoli. È l’identità dei singoli e il sentirsi parte uguale nella comunità il motore della società che produce benessere comune. Basta con il rivendicare identità che non accomunano. Basta allontanare chi non si identifica. Così non si fa il bene della città. non sono fascista né marxista e proprio per questo non mi auspico di avere un sindaco che rivendica di rappresentare solo una parte dei cittadini quella parte che aderisce all’ideologia marxista.
I perugini non meritano chi evoca l’arrocco su ideologie sepolte dal tempo, ma chi invita tutti a perseguire insieme obiettivi comuni.

Alcide Casini è il nuovo presidente della Fondazione Perugia

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