di Marco Brunacci
PERUGIA – Donatella Tesei, candidata del centrodestra per difendere, come possibile, la Regione dall’assalto del gasatissimo campo largo extralarge messo in piedi dal centrosinistra, dopo il successo di Perugia.
Questo vuole – e non è la prima volta – il segretario regionale della Lega, Riccardo Marchetti, che si è ritrovato sulle spalle l’improbo fardello di salvare qualcosa della Lega in Umbria. Stavolta però chiede di andare “dritti come un treno” sulla candidatura Tesei e annuncia la prossima riunione del tavolo della coalizione per mettere in piedi una strategia vincente. «Abbiamo lavoro e identità che non dobbiamo nascondere, ma portare tra la gente con l’orgoglio di essere qualcosa di ben diverso dalla sinistra dei pugni chiusi e delle bandiere che ricordano momenti bui della storia anche recente», dice, chiudendo con un buon proposito: «Imparare dagli errori commessi per affrontare le prossime sfide». E si sa che i buoni propositi di solito servono a poco.
Che il segretario della Lega voglia tirare dritto su Donatella Tesei non è una notizia. Ma stavolta è il silenzio degli alleati, ancora “sotto un treno” (Annalisa), a far capire che molto ma molto difficilmente si potrà cambiare cavallo in questi pochi mesi.
Marchetti è vicinissimo a Crippa, leader nazionale leghista, che, anche poche ore fa, ha avuto modo di confermare, in colloqui riservati, che la Lega da Tesei non si muove.
L’ipotesi di Andrea Romizi, dopo il rovescio di Perugia, non è più neanche tra le possibilità remote.
Quello che conta è però il sentiment del partito di maggioranza del centrodestra, Fratelli d’Italia, che deve fare i conti con la cruda realtà: due volte (a Perugia e a Terni) ha insistito a candidare un esponente di Fdi e due volte ha perso.
È vero che adesso sarebbe spendibile la candidatura di Paola Agabiti Urbani, assessore a bilancio e turismo, con voti in pagella buoni, passata a Fdi recentemente. Ma Agabiti guarda più a Roma e al Governo che all’Umbria. E poi c’è anche da fare i conti con la scaramanzia: non c’è due senza tre.
E allora l’idea che gira in Fdi è questa: per provare a difendere Palazzo Donini, considerato dalla sinistra umbra suo di diritto (il centrodestra l’ha preso solo per gli ultimi cinque anni sui 54 di storia complessiva) va bene la candidatura Tesei a patto che sia affiancata da un team, che studi da subito strategie insieme a lei.
L’impressionante macchina da guerra vista in azione a Perugia non dovrebbe essere azionata anche per la Regione. Ma anche qui la battaglia sarà impari.


