M.Brun.
PERUGIA – La sfida dei tre competitor, oltre la sfida centrodestra-centrosinistra.
I tre hanno un problema in comune: la (più o meno) gioiosa macchina da guerra della comunicazione scelta da Schlein-Ferdinandi puntava ad azzerare il consenso dei tre, primo passo per compattare un fronte “anti” e per recuperare terreno e giustificare il claim scelto dall’astutissimo spin doctor di Schlein-Ferdinandi per la campagna elettorale (“Vince”). E la potenza di fuoco è stata veramente notevole.
1. Massimo Monni ha tirato fuori una buona idea a fine campagna elettorale (l’abolizione dell’Irpef comunale), ma in ogni caso a lui va dato atto di aver mantenuto un suo stile nella campagna elettorale, critico con la giunta attuale, senza isterismi, senza mai alzare i toni dello scontro, con una riconosciuta lucida coerenza, propositivo su temi esclusivamente perugini. Rischia di essere il più penalizzato dalla rigida logica del voto utile.
2. Leonardo Caponi, l’ex senatore di Rifondazione Comunista e dei Comunisti Italiani, è forse la sorpresa di questa campagna elettorale. La sua è stata una proposta seriamente ispirata a una sinistra di governo, sinistra “senza se e senza ma”, non nascondendo -come altri – di fare riferimento a principi di cultura comunista, alternativa sì, ma di governo, con progetti studiati per i problemi della città. Per lui non è stato facile farsi sentire nel clima da derby, una sorta di assurdo Inter-Milan, non considerando che è la città di Perugia e il modo di governarla la questione centrale e il problema vero per i prossimi cinque anni e non vincere un derby.
3. Davide Baiocco è stato un giocatore di calcio del Perugia e della Juve, parlando di pallone ha un’immagine sicuramente meno controversa e meno usurata di quella di Serse Cosmi. Ma non si è fatto mai vedere in giro. Ha proposto di tappare tutte le buche sulle strade. Evviva.



