di Marco Brunacci
PERUGIA – Qualche riga per chi abbia voglia di riflettere sui numeri dopo le prove elettorali perugine, in vista delle regionali, ma soprattutto per capire cos’è successo, adesso che la tempesta di sabbia della propaganda si è abbassata.
LA FALANGE MACEDONE DELLA FERDINANDI. Della impressionante macchina da guerra made in Nicodemo-Schlein, abbiamo detto e ridetto, della Falange macedone nella quale sono stati blindati i voti del primo turno fino al ballottaggio diciamo qui.
E’ normale che centrosinistra e campi larghi tendano a prevalere nei ballottaggi perché da una parte hanno gli elettori più ideologizzati e più fedeli alla causa, dall’altra perché i suoi elettori hanno più interessi diretti al governo della cosa pubblica (il pubblico impiego è una zoccolo duro certo per il csx a Perugia).
Ma, detto questo, è da considerarsi un record nazionale, e forse europeo, l’esser riusciti a portare a votare le stesse persone del primo turno. In percentuale oltre il 99%. Così si è formata la Falange macedone: un caso da studiare, di sicuro frutto dell’enorme sforzo organizzativo e mediatico: 40.925 voti al primo turno, 40.696 al secondo.
LA CITTÀ DEFINITIVAMENTE SPACCATA. In realtà anche il centrodestra ha ottenuto un risultato speciale al ballottaggio, dopo la performance del primo turno. Ma la Falange macedone non ha dato scampo.
Il centrodestra che riporta a votare l’89% dei suoi elettori è un risultato da sottolineare. I suoi strateghi pensavano che a 38 mila voti sarebbe stata vittoria certa. Niente di tutto questo.
Ma dal ballottaggio emerge che a fronte di un blocco compatto a favore di Ferdinandi, ce n’è un altro contro Ferdinandi. La città è spaccata tra i 40.324 di Scoccia al primo turno è i 40.956 di Ferdinandi. Entrambe le città dovranno essere interpretate nel prossimo consiglio comunale.
IL RISULTATO DELLA FERDINANDI. La neosindaca di Perugia ha ottenuto un risultato in percentuale inferiore a quello ottenuto alle Europee dalle forze che l’hanno sostenuta, in quello stesso giorno.
Di quanto inferiore è difficile dire perché bisogna calcolare una quota dei 3 mila voti presi da Renzi, finiti a sinistra. Almeno la metà, ragionevolmente.
Alle Europee 2024 il campo largo extra large, nel suo complesso, ha fatto un risultato non brillante, inferiore di parecchio rispetto alle Politiche del 2022. Ma su questo torniamo più avanti.
IL RISULTATO DELLA SCOCCIA. La prima Margherita, fino all’ultima settimana di primo turno, era fuori non per colpa sua, la seconda Scoccia è stata all’altezza della difficile sfida. Tanto che alla fine ha migliorato di poco meno di 4 punti percentuali il risultato – mai così buono – del centrodestra a Perugia: da 44.93 a 48.32. In voti assoluti: da 38.671 delle Europee a 40.324 delle comunali.
COMUNALI, EUROPEE, POLITICHE 2022: IL CAMPO EXTRALARGE IN RETROMARCIA. Paradossi: nell’anno in cui il centrosinistra e alleati si riprendono il Comune di Perugia, il campo extralarge arretra alle Comunali rispetto Europee e alle Europee rispetto alle Politiche 2022.
Mentre il centrodestra classico fa il suo record su Perugia e anche Umbria: 44.9 nel capoluogo, 47.8 nella regione.
I risultati del campo extralarge: alle Politiche 2022 Pd, M5s, Avs, Azione, +Europa, De Magistris e Di Maio (0.39%), hanno fatto il 54.66%. Se si aggiungono il Partito comunista (1.23) e Rizzo (1.36) si arriva al 57%.
Alle Europee il Pd passa dal 23,02 al 28,58, ma questo balzo non serve per recuperare le perdite del resto del campo extralarge (esclusa Avs che sale un pò). Conclusione: mettendo tutti insieme, il campo extralarge fa ricco il Pd ma arriva a meno del 54% (Rizzo incluso). I tre punti conquistati dal centrodestra classico.


