di Marco Brunacci
PERUGIA – La nota è sterminata ma la notizia è una sola: è finalmente tornata la vecchia, cara sinistra vintage, anni ’70, pantaloni a zampe di elefante, sandali di cuoio rigido, un nostalgico eskimo appeso alla stampella. Duri e puri, che forza. E ripartono da Perugia. Meraviglia.
È ufficiale: non ci sarà l’inceneritore dei rifiuti previsto dall’odiata Regione di centrodestra in tutto il territorio di Perugia e l’Auri di papa Sisti vedrete che farà terra bruciata (che avete capito: solo in senso figurato).
Come dite: il sindaco del Pd Gualtieri ne sta per costruire uno a Roma?
Vuol dire che non leggete Umbria7: a Perugia ha vinto la nuova-vecchia nostalgica sinistra radicale. Ideali, passioni. Mica 50 anni a riformarsi, a cambiare nome, a cercare di star al passo con i tempi e a inseguire i capitalisti, del Pci-Pds-Ds-Pd. Quanto tempo sprecato.
Appena la Regione torna rossa – ci contiamo – arrivano anche gli Intillimani. Con quell’inconfondibile profumo, tiepido e dolciastro nell’aria.
Dice: i nuovi inceneritori sono la soluzione scelta dai governi di solito iper green della Scandinavia unita.
Una volta si diceva con disprezzo ai rinnegati riformisti: “Socialdemocratici”. Bei tempi. E sono finalmente tornati. “Scandinavi, rinnegati socialdemocratici”.
E con Italia Viva in coalizione anche Renzi uscirà solo con le Birkenstock ai piedi e canotta stone-washed (o manco washed).
Stai a vedere però che, dopo questa definitiva presa di posizione del Comune di Perugia e sempre che la Regione non torni rossa a tempo record, a pagare per tutti sarà il povero Thomas De Luca. A furia di lanciare l’allarme glielo fanno davvero un altro inceneritore a Terni.
Sulle note dei Nomadi. Con Bandecchi che picchia sulla batteria: “E un giorno crescerò…”. Tanto per cambiare aumenteranno le bollette dei rifiuti, lo stato delle discariche e le balle sulla raccolta differenziata, ma così si torna giovani. E questo non ha prezzo.


