Corso Tacito un deserto: altre chiusure

Il commercio di prossimità attraversa la crisi peggiore e anche i saldi vanno male

TERNI – Il cuore di Terni deserto. Alle 10 del mattino e alle 19. Di lunedì e di sabato. Con i negozi sopravvissuti alla desertificazione, praticamente vuoti. Con il potere di acquisto delle famiglie ai minimi storici e l’impossibilità  di spendere anche se le occasioni ci sono. Gli sconti arrivano all’ l’80 per cento. Ma siccome il grande caldo impone di tenere accesi i condizionatori, vuoi per la presenza in casa di anziani, vuoi di bambini piccoli, bisogna vedere prima quanto si dovrà pagare di energia elettrica. Poi, semmai, ci si potrà concedere qualcosa in saldo.

Sempre con il gran caldo si esce di casa solo per andare a fare la spesa, preferibilmente in auto e quindi nei centri commerciali. A Cospea Village ci si imbatte nelle prime saracinesche  abbassate: ha chiuso Yamamay. Al Pianeta, sembra che i locali che per vent’anni hanno ospitato Conbipel  verranno riaffittati. Comunque per adesso sono sgomberi. Ma il grosso delle chiusure si nota tra corso Tacito e le vie che lo attraversano. Le 12 vetrine spente di Terranova e Terranova Kinds sembrano allargarsi. All’angolo, nella galleria del Corso, è tutto spento. A Palazzo di Primavera non si lavora. I lavori di ristrutturazione che avrebbero dovuto terminare a gennaio forse termineranno a fine anno. Comunque di là non usciranno musicisti (c’è un auditorium) né pittori (ci sono anche le sale espositive). Non potrà attrarre flussi e non potrà aiutare il commercio di prossimità.  

Più giù, sempre lungo corso Tacito, altre vetrine sfitte.  Chiuso anche l’altro punto vendita di Yamamay. E poi l’edicola, la gelateria, la pelletteria. Il deserto.  

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