di Marco Brunacci
PERUGIA – Ora che finalmente tutti hanno parlato, ogni cosa è diventata chiara. Difetto di comunicazione superato.
Chi ha interesse a rendere torbide le acque finisce all’angolo.
Allora: la situazione delle Acciaierie non è risolta, ma ci sono tutti gli elementi per giungere a una soluzione relativamente rapida e di soddisfazione per la città, l’Azienda e tutta la regione.
Lo stato dell’arte: in questo momento il Gruppo Arvedi sta investendo nell’impianto, ha speso più di 200 milioni di quelli promessi.
Il Governo ha chiarito, in una nota mai così netta, con il ministro Urso, che per l’Accordo di programma le difficoltà sono superate, ma per compiere l’ultimo miglio serve un ulteriore sforzo. Serve perfino un po’ di fantasia. Ma l’obiettivo è a un passo.
Anche la Regione ha parlato per ribadire: facciamo tutto quello che possiamo, vigiliamo perché i tempi devono essere i più rapidi possibili.
Cosa manca? Il tema palese è quello dell’energia. Detta cruda: è un problema antico, in Italia costa troppo. C’entra la fiscalità gravosa, c’entra magari pure la struttura Enel- centrica.
Non è il tempo della analisi. Servono soluzioni qui ed ora.
Il Governo, senza irritare l’Unione europea, può incidere in qualche modo nei costi di gestione di un settore strategico come l’acciaio, così penalizzato dall’energia? Lo faccia. La posta in gioco è molto alta.
Però, ora che tutti hanno parlato, la soluzione è davvero vicina. Trattenere il fiato e non farsi distrarre da inutili polemiche.


