Scopre un tesoretto archelogico nella cantina del padre defunto e lo restituisce allo Stato

Vasi di ceramica e oggetti bronzei di arte etrusca

TERNI – Riordina la cantina della casa del padre defunto e scopre un tesoretto archeologico da fare invidia ad Indiana Jones. Da quel ritrovamento alla restituzione allo Stato Italiano è stato semplice.

Il figlio del “collezionista” informa i carabinieri di Terni che a loro volta incaricano  i carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Perugia di eseguire in favore della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, il provvedimento di confisca emesso dall’Autorità Giudiziaria di Terni.

All’esito delle verifiche svolte dai Carabinieri – effettuate anche attraverso la consultazione della “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il database gestito dal Comando Carabinieri TPC che conserva immagini e descrizioni di milioni di oggetti d’arte trafugati – veniva accertato che, nonostante i manufatti non fossero censiti  come beni da ricercare, in difetto di valida e inequivocabile documentazione comprovante la lecita detenzione (in questo caso sia da parte dell’erede che del defunto padre), per la legge gli oggetti di valenza archeologica, anche se frutto di ritrovamento fortuito, sono da considerarsi proprietà dello Stato e, di conseguenza, facenti parte del patrimonio culturale indisponibile.   

La rilevanza storica dei 28 manufatti è stata confermata dagli esperti archeologi del Mic che hanno censito gli oggetti tra bronzei e ceramici di arte etrusco-meridionale, etrusco-corinzia ed etrusco- falisca, la cui produzione è stata collocata in un arco cronologico compreso tra VIII – III secolo a.C. Il valore economico complessivo, che prescinde in modo sostanziale da quello storico-artistico in quanto “testimonianza culturale”, è stato quantificato in circa 30.000 euro.

La restituzione al patrimonio pubblico di questi “frammenti di storia”, come già avvenuto per tante altre importanti testimonianze del passato, oltre a confermare l’impegno che qualifica la peculiare attività svolta dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale nella ricerca e recupero di oggetti d’arte, riporta alla fruizione collettiva oggetti che narrano la storia identitaria del nostro Paese, nel presupposto di diffondere e far comprendere i principi di legalità che sono alla base del rispetto e della salvaguardia del bene comune.   

“Il Sant’Uffizio Romano” tra iconografia e realtà a Narni 

«Il degrado di Collescipoli causato dalle amministrazioni comunali»