Sulle graduatorie scadute, quasi avariate, dei nidi: tre interrogazioni

Opposizioni scatenate sui criteri di assunzione delle maestre

Au. Prov

.TERNI – Non una ma tre interrogazioni sulle graduatorie utilizzate per l’assunzione di due istruttori educativi per gli asili nido comunali. La decisione di Palazzo Spada di utilizzare una graduatoria scaduta da tempo –  tant’è che qualcuno l’ha definita avariata – sollecita le opposizioni. Che chiedono a gran  voce come sia possibile non utilizzare la graduatoria in vigore  ma fare usa di una  che si pensava sepolta.

Un pasticciaccio.  Con   l’amministrazione Bandecchi che per due maestre a tempo determinato non si avvale dell’elenco figlio del un concorso pubblico a tempo indeterminato di due anni fa.  Le interrogazioni sono quelle di Pd, di Forza Italia e, non ultima di Fratelli d’Italia.Tre atti separati ma tutti convergenti nel chiedere spiegazioni all’assessora alla scuola Viviana Altamura e al sindaco Stefano Bandecchi. Dopo Francesco Filipponi (Pd) si è fatto avantIl capogruppo di Forza Italia, Francesco Maria Ferranti: «La giunta  ha stabilito l’assunzione a tempo determinato di due istruttori educativi ed è in validità una  graduatoria concorsale del 2022. Pertanto chiediamo di chiarire ai cittadini  il criterio di chiamata. Nello specifico: perché per Spoleto è stata ceduta la graduatoria concorsuale ed a Terni è stato utilizzato un altro criterio di selezione? Quali sono le graduatorie per istruttori educativi in corso di validità? E con quali scadenze? Gli educatori selezionati rispettano i criteri previsti dalla legge?».

Sulla stessa lunghezza d’onda il gruppo di Fratelli d’Italia: «Due anni fa (era assessore alla scuola Cinzia Fabrizi, ndr) è stato indetto un concorso per cinque posti a tempo indeterminato e chi è arrivato in pole non è stato chiamato a vantaggio di che era nella vecchia graduatoria. Inoltre è stato istituito l’albo degli educatori, secondo cui per lavorare all’interno degli asili nido è necessario avere la laurea in scienze dell’educazione. Palazzo Spada ne ha teniuto conto? ».

E poi c’è il tema, sempre attuale, del fabbisogno, sul quale torna la Cgil:  «A più di 50 anni dall’approvazione della legge che ha istituito gli asili nido sono ancora troppi i problemi irrisolti sul fronte dell’offerta pubblica per la prima infanzia. La riapertura degli asili comunali a Terni ha evidenziato una distanza tra le richieste delle famiglie ed il numero dei posti assegnati».

«Le 198 richieste pervenute – denuncia Barbara Silvestrini –  hanno trovato una risposta totalmente insufficiente da parte di questa amministrazione comunale, che ha messo a disposizione solo 93 posti . Questa distanza ci preoccupa, tanto più in un territorio come il nostro in cui stiamo assistendo ad un vero e proprio inverno demografico, con dati sull’invecchiamento della popolazione che sono ben oltre le rilevazioni nazionali».

La Cgil ha più volte sollecitato misure in grado di invertire questo triste andamento, chiedendo interventi sia indirizzati alla crescita e allo sviluppo, che al necessario potenziamento dei servizi di welfare territoriale. «Una risposta così lontana dalle reali necessità delle famiglie ternane non fa altro che aggravare i problemi di conciliazione di vita e lavoro, soprattutto delle donne, e allontana le giovani generazioni costantemente in fuga dalla nostra città, confermando le enormi difficoltà della genitorialità nel nostro territorio».

Inoltre, la Cgil sottolinea come la cittadinanza ternana, per questo come per altri fondamentali servizi, in assenza di risposte pubbliche, sia sempre più spinta verso la scelta privata. «Rette in aumento, che condizionano la scelta stessa delle famiglie, risposta inadeguata sia nei numeri che nella qualità dei servizi, considerato il fatto che dalla pubblicazione della graduatoria si evince che le nuove assunzioni saranno pochissime unità ed a tempo parziale e determinato, disattendendo le legittime aspettative di stabilità e continuità di lavoratori e fruitori di questo importantissimo servizio – conclude Silvestrini – Scelte che ci riconsegnano una scarsa attenzione ai servizi educativi, che invece rappresentano un pilastro fondamentale del vivere civile nella nostra città».

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