TERNI – Il black fryday a ottobre, il Natale a novembre, le chiusure di attività storiche come Paccara, Diomedi, Gabriella e Cotogni a dicembre. Per loro la crisi non c’entra. Per loro è semplicemente “arrivata l’ora” anche in considerazione del fatto che non c’è ricambio generazionale.
Ma l’effetto è che altri locali rimarranno sfitti. Locali centralissimi, come la gioielleria (Paccara) in corso Vecchio e la boutique (Gabriella) in via del Tribunale, dove sta il conservatorio Briccialdi e dove i commercianti lamentano la carenza di illuminazione e di controlli: «Se non fosse per le nostre vetrine questa parte di centro città sarebbe al buio».
C’è malumore tra i commercianti di quella parte di centro che «Palazzo Spada considera di serie B». La grande concentrazione di attrazioni, anche se a pagamento come la pista di pattinaggio su ghiaccio, la ruota panoramica e la giostrina dei cavalli, si ferma in piazza della Repubblica. «Non solo – dicono quelli di corso Vecchio – il progetto delle luminarie guida il pubblico in direzione corso Tacito penalizzando le attività che insistono nelle altre vie».
«Non è tutto – aggiungono – sembra che anche quest’anno alcune strade rimarranno al buio cosa che, con una spesa di mezzo milione di euro, è quasi offensiva».


