Proietti «de sinistra» vuol «boicottare le banche armate» e di Renzi niente simbolo, semmai vuole solo i voti

Dopo il cataclisma Conte che si è abbattuto sul campo largo, un’intervista di chiarimento al Fatto della ottima candidata alla presidenza. Spiegazione convincente o toppa peggio del buco? Giudichino i lettori

M.Brun.

PERUGIA – Potenza della stampa nazionale. Bandecchi scelse il giornale non amico La Stampa per accreditarsi come futuro statista degasperiano, appena entrato nel salotto buono del centrodestra.
Stefania Proietti, dopo il cataclisma Conte, che si è abbattuto sul campo largo come Helene sulla North Caroline, si getta sulla scialuppa offerta dal Fatto Quotidiano per dire quanto lei è “de sinistra”. Legimittimo. Forse addirittura doveroso.

Per la simpatia che non si può non nutrire per la candidata presidente di non si sa più bene quale schieramento, diciamo che deve però essergli scivolato un po’ il piede sull’acceleratore.
Era dai tempi tra il Sessantotto e il cupo e drammatico e tristissimo periodo anni ’70, che non si sentiva un’espressione come: «Boicottare le banche armate».
Magari solo un eccesso verbale, per far sangue e passione tra gli estremisti della pace?
Vabbè, ma è il progetto che, almeno a vedere così, sembra proprio difficile da realizzare.
Esempio tratto dal Fatto quotidiano di ieri. La Galassia Elkan rimette – probabilmente a causa il green deal – un occhio della testa con le automobili, ma Iveco ha incrementato del 92% il fatturato. Come? Armi – dice il Fatto – anche a bassa tecnologia. La Galassia Elkann edita anche La Repubblica e La Stampa, l’ala nobile della stampa di sinistra.
Domanda: se una banca finanzia la Galassia Elkann, i suoi soldi contano per i giornali di sinistra, per le auto che soffrono o per le armi?
Noi che siamo per la pace nel mondo corriamo a chiudere il conto corrente, o, pensando a La Repubblica, ci prendiamo anche il mutuo?
Per noi credenti, Proietti ha una lista di banche sante, da non boicottare?
Non è che ci tocca mettere – se li avessimo – i soldi sotto il materasso?
Sarà mica fumo negli occhi degli elettori, ottima candidata?
Pronti con la seconda affermazione contenuta nella titolazione dell’intervista: «Renzi mai visto e mai sentito», «Nessun simbolo di Iv, solo civici”ì».
Qui gli interrogativi si rincorrono, viene perfino il sospetto che la toppa che prova a mettere la simpatica candidata presidente alla sua coalizione sia peggiore del buco.
Vediamo: è il simbolo di Iv che infetta la coalizione? O l’aver parlato con Renzi?
Gnagnarini, responsabile regionale dei renziani, può stare in coalizione (come è in questo momento) se fa pubblica abiura, brucia il simbolo e passa un’oretta in ginocchio sulle puntine da disegno, oppure è sufficiente che si metta un paio di baffi finti per non farsi riconoscere dai Cinquestelle?
Finiamo con le risposte alle domande “etiche”. La cattolica Proietti é lineare e coerente su aborto e coppie omosessuali. De sinistra, ma con juicio.
Sfortunatamente l’intervistatrice non chiede niente della legge regionale sulla famiglia, stroncata tre settimane fa dalla sinistra vincente a Perugia, per via delle famiglie Lgbt+ non prese in considerazione.
Anche sulle adozioni per le coppie gay, Proietti verrà ascoltata un’altra volta. Ma qui ha tutte le ragioni lei. Se manca la domanda, manca anche la risposta.

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