Aurora Provantini
TERNI – Un martedì complicato per Stefano Bandecchi, anche se lui nella battaglia sembra trovare le energie migliori.
Certo, il risveglio non è stato dei migliori, con le testate nazionali che riportavano la notizia della Procura di Roma relativa alla conclusione delle indagini e al rinvio a giudizio per evasione fiscale. La vicenda è quella stranota della tassazione utilizzata dall’Università Niccolò Cusano e delle e spese milionarie messe a carico dell’Ateneo . Per la Procura di Roma la cassa di Unicusano non si addice alle finalità di un Istituto di alta formazione ma risponde alle logiche di una vera e propria holding commerciale. Nei mesi scorsi i magistrati avevano sequestrato beni a Stefano Bandecchi per decine di milioni e la Cassazione ne aveva confermato la liceità.
Ma Bandecchi ha commentato la notizia con la sua solita spavalderia: «Mi avevano contestato decine di milioni di euro, ora me ne chiedono solo 14. Un grosso risparmio . Sono felice che sia uscita questa notizia, dimostra che questa campagna elettorale è importante».
Neanche il tempo di metabolizzare l’attacco della magistratura che è arrivata la polemica su uno di quei commenti Instagram che Bandecchi spara a palle incatenate. Il sindaco di Terni, dopo aver insultato «i comunisti» dandogli delle «merde» aveva parlato della ricerca del consenso elettorale dicendo che lui i voti era abituato a comprarseli o, quantomeno a conquistarseli di prepotenza. Un’uscita che ha sollevato interrogazioni parlamentari e censure politiche da tutto il centrosinistra, Cinquestelle inclusi. Silenzio invece da parte degli alleati che forse confidano in un mercoledì meno nero del martedì. Nel post “incriminato” Bandecchi scrive: «Che tristezza, una donna che non capisce niente, strano ma vero. Io cara lei ho sempre elemosinato solo f… E ne ho avuta tanta in dono. I voti non li elemosino di certo al massimo li compro o li prendo di prepotenza. Voi stupidi perdenti comunisti di m.. mi fate sempre più schifo».


