di Marco Brunacci
PERUGIA – La giunta regionale nascente ha un altro problema e si chiama Terni.
Il tema: la rappresentanza della seconda città dell’Umbria.
In tutte le “voci” che si rincorrono non c’è un solo scenario da considerare positivo per le aspettative ternane.
Ci si ferma a De Luca assessore (e da Terni arrivano obiezioni pesanti rispetto alla delega che chiede, quella all’ambiente) e a De Rebotti presidente dell’Assemblea legislativa.
In verità si era fatta largo anche l’ipotesi di Ottone alla sanità, ma solo all’interno di quel balletto che vede contrapposte le due anime dello schieramento di centrosinistra, quella che guarda al centro e quella più radicata a sinistra – come più volte scritto da Umbria7 con una semplificazione – i post comunisti contro i post democristiani.
La sanità è stata però reclamata dal segretario regionale del Pd, Bori, e non si vede alcun motivo- risultati elettorali alla mano – per arrivare a una conclusione diversa se non è lui che si tira indietro (e non sembra proprio il caso).
De Luca ha tante qualità di leader radicale, molto caratterizzato a sinistra, nel csx umbro, ma proprio per le sue caratteristiche politiche non viene considerato idoneo a rappresentare la società ternana, anche quella che ha tifato e tifa centrosinistra.
Sicuramente meglio De Rebotti, ma gli ambiti del presidente di Assemblea sono assai circoscritti. Non può dare gambe alle aspettative di un territorio.
Si obietterà: con le tante esigenze alle quali la presidente Proietti deve far fronte, anche la suscettibilità ternana?
Altro che: Terni ha tanti legittimi interessi e prevede tali e tante attenzioni che il tema va considerato assolutamente prioritario.
E invece sembra si vada in direzione opposta: basti pensare che rischia, nel nuovo organigramma delle Partecipate, anche un eccellente professionista come Campagna, in bilico a Gepafin.
E pure il Pd prevede che sia l’ex sindaco di Corciano, Betti, capogruppo e non un eletto dell’Umbria sud (partendo da Filipponi). Poca sensibilità al tema? Probabile. Ma la cinquantennale storia politica di centrosinistra dell’Umbria dovrebbe insegnare a Proietti: Terni diventa una carica esplosiva innestata sotto equilibri raggiunti, se non si tiene conto delle sue esigenze. Prestare massima attenzione.


