TERNI – In queste ore è in corso una vera e propria caccia al tesoro. L’obiettivo è scovare i ritrovamenti che hanno fatto saltare il “Ridotto”, quel piccolo teatro da 150 posti al di sotto della cavea della sala principale del nuovo Verdi. Un struttura accessibile autonomamente grazie ad un sistema di percorsi che cinge la torre scenica, con accanto uno spazio espositivo e gli uffici del teatro.
Del progetto vincitore della gara pubblica, la “chicca”. Poi il volume fuori terra da realizzare all’interno della scatola muraria esistente, che invece sembra non esserci più. Un mistero. Come quello della dichiarazione shock del sindaco Stefano Bandecchi alla conferenza stampa di inizio anno: «Non sarà fatto il Ridotto». Con quell’annuncio Bandecchi demolisce parte di un progetto che finanziato esclusivamente con i fondi del Pnrr (a parte i due milioni e trecentomila euro della Fondazione Carit e un contributo regionale) e che entro il 2026 doveva essere ultimato e rendicontato.
Bandecchi non ha specificato le cause di questo cambio repentino. In città impazzano le voci più disparate. Si parla del ritrovamento di porzioni di muri medievali poi interrati. Secondo i bene informati ci sarebbe anche “lo zampino” del nucleo di tutela dei beni culturali dei carabinieri. Voci che se confermate sarebbero davvero clamorose e che potrebbero portare ad un corto circuito istituzionale. Al momento nessun commento da parte dell’assessore ai Lavori pubblici Giovanni Maggi: non ha replicato in alcun modo all’annuncio del sindaco Bandecchi. Eppure fino ad una settimana prima Maggi aveva ritenuto di non modificare il progetto approvato dalla giunta Latini. «Immodificabile». Pena la perdita dei fondi del Pnrr. Talmente “immodificabile” da respingere le pressanti richieste di buttare via tutto e ricreare l’opera del Poletti ( che pure faceva parte del programma elettorale di Ap. Lo stesso Maggi aveva incontrato a più riprese i “polettiani”, aveva mostrato comprensione ma non era andato oltre un afflato di cuori, «perché appunto – diceva – il progetto non si può toccare».
Invece ecco che adesso, senza alcuna spiegazione, il Ridotto salta. Ecco che la prospettica è avere un contenitore culturale da 800 posti, quando la richiesta era di mille.

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