TERNI – Se non faccio il sindaco non vale, non mi diverto. E quindi faccio le valige. Il fuggifuggi è generale tra coloro che appena due anni fa erano pronti a rivoluzionare la loro vita per fare il primo cittadino. Ma poi sono stati bocciati alle urbe e ora si ritrovano stretti nei panni di consigliere di minoranza. Pochi giorni fa Claudio Fiorelli, il candidato del Movimento Cinque Stelle, ha annunciato che non sarà più in alcuna commissione né in alcun altro organo di rappresentanza dell’assemblea di Palazzo Spada. Rimarrà a fare il consigliere e basta. Un impegno di una seduta a settimana.
Chi ha bruciato tutti sul tempo negli addii, è stato Josè Maria Kenny, che non meno di un anno fa ha salutato ed è tornato a fare il docente universitario. Il professore di origine argentina, prima dell’addio, aveva passato tre mesi a Buenos Aires per impegni diplomatici ed accademici. Sempre Kenny, anche quando era stato eletto giovanissimo in consiglio con paolo Raffaelli sindaco, aveva anticipatamente fatto i bagagli.
Un altro aspirante sindaco, Orlando Masselli, non ha lasciato l’assemblea ma ha salutato il suo gruppo politico e il suo partito, Fratelli d’Italia. Non c’è dubbio, l’unico candidato a sindaco che ha avuto fortuna è stato Stefano Bandecchi, che le elezioni le ha vinte e che poi si è ritrovato pre senza avversari. Fuggiti o dimissionari.


