Il giallo/ Il massacro di tasse sulla testa degli umbri deciso in base a un documento fantasma

SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | Nessuno riesce a vedere la “due diligence” che stabilirebbe il deficit sanitario a 90 milioni. Esiste? Non esiste? Se esiste, quando l’ha avuta la Proietti? E che data ha? Se l’incarico è stato assegnato pochi giorni prima della comunicazione del risultato, non sarebbe indispensabile una verifica, stavolta magari pubblica?

DI MARCO BRUNACCI

PERUGIA – Umbria7 un merito vuol prenderselo. Ha annunciato in anticipo la stangata delle tasse, ha smontato le cifre del presunto deficit con le quali era stata “venduta” ai cittadini, ha aperto un dibattito che ha dimostrato come non ci fosse alcun partito preso.

I dubbi più radicali su questa manovra sono arrivati da due ex presidenti Pd di Regione, Marini e Paparelli, e ora anche dalla Cgil.
Ma ora c’è un altro giallo che potrebbe dare un senso nuovo a questo massacro di tasse sulla testa degli umbri. E forse siamo arrivati al nodo.
Il documento stilato da una “primaria società di revisione” da ieri è ufficialmente un documento fantasma. Nessuno riesce a vederlo. All’opposizione non è stato concesso. Esiste? Non esiste? È un pour parler? Se esiste: che data ha? Se tra la data del conferimento dell’incarico alla società privata di revisione e il risultato reso noto da Proietti fosse tanto breve, non sarebbe comunque il caso di chiedere ad altri (magari stavolta pubblici, come Agenas) di verificare tutti i conti?
Umbria7 si limita a ripetere le sue domande, ma stavolta in maniera più pressante: la famosa “due diligence” esisteva al momento delle interviste Proietti o non le era stata consegnata ufficialmente? Quindi non solo i 243 erano una palese falsità ma anche i 90 milioni, di cui ha parlato Proietti, sono frutto di chissà quale peregrina supposizione?
Tutto questo sarebbe di una enorme gravità, probabilmente non solo politica.
Siamo al giallo.
Umbria7, in attesa di sapere qualcosa di più, ricorda i motivi di tutte le sue perplessità sulle cifre fornite sul presunto deficit sanitario umbro.
Come si fa a fissare una cifra (non 243 milioni che era una balla, ma nemmeno 90 che puzza di bruciato lontano un miglio), dovendo ancora partire tutta la fase di consolidamento del bilancio e poi i tavoli con il MEF e quindi il tavolo della conferenza delle Regioni e poi ancora il confronto definitivo Regioni e Governo per la chiusura dei bilanci consolidati delle sanità regionali?
Stando così le cose – e come si fa a dire diversamente – non ci può essere nemmeno una ipotesi di commissariamento (che comunque sarebbe molto meglio della maxi stangata delle tasse).
Però il quadro cambierebbe ulteriormente se la “due diligence” non esistesse o non ci fossero stati i tempi minimi per realizzarla in maniera credibile.
Il massacro di tasse cadrebbe come un castello di carte.
La giunta Proietti ha la facoltà di far finta di niente, rimettere le carte una sull’altra e picchiare sulla testa degli umbri, i più deboli per primi. Ma, senza giustificazione alcuna, mostrerebbe una faccia da vampiri che di solito in politica non giova.

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