«Il Mare di Maratta puzza più di prima»

I cattivi odori provenienti dalla 4Fish soffocano le attività produttive: «Così non si campa»

TERNI – Per raggiungere l’Argentario ci sono almeno cento chilometri da fare, per sentire la puzza di pesce è sufficiente aprire la finestra.  Un odore definito nauseabondo da chi gestisce un’attività produttiva nella zona industriale di Terni e da chi la frequenta per lavoro.

Una vicenda, quella della puzza generata della 4Fish di via Mercurio – l’azienda che produce mangimi utilizzando scarti di pesce –  sulla quale hanno messo il naso i consiglieri di opposizione e di maggioranza della passata e dall’attuale amministrazione, senza riuscire a risolverla. Nonostante il piano per la mitigazione olfattiva messo in atto dalla proprietà e  malgrado la volontà dell’azienda di ridurre al minimo  i “fastidi”.  Arpa si è attivata a più riprese nel corso degli anni, ma la puzza di pesce non è scemata: le emissioni degli inquinanti sono in ordine, ma i cattivi odori no. «La puzza del Mare di Maratta ci travolge» – tuona Alfio Musumeci, con un ristorante self service, bar, tabaccheria e ricevitoria in via Bartocci, che serve una media di trecento pasti al giorno. Spera davvero che il problema possa essere risolto. Per sé, per suoi sedici dipendenti e per i dipendenti delle aziende circostanti.   «Il cattivo odore è sempre più persistente e lavorare in queste condizioni è sempre più complicato. Ad un certo punto sembrava che il Comune avesse imposto alla 4Fish di cambiare gli orari di lavorazione dei prodotti e in affetti andò meglio. Ma adesso stiamo messi peggio di prima», denuncia Musumeci.  In effetti, quando era assessora all’ambiente Mascia Aniello, Palazzo Spada avviò una procedura di limitazione di orario per l’azienda ed contempo chiese la revisione dell’Aua, l’Autorizzazione unica ambientale.

Ma la Aniello ha lasciato Palazzo Spada quasi un anno fa e da allora le cose sono cambiate. «Con la bella stagione, oltretutto,  la gente chiede di mangiare all’aperto del locale ma poi non vede l’ora di andarsene».  Musumeci, non è il solo a lamentarsi.  Sono circa trecento i titolari delle attività economiche del territorio che scrivono a Comune, Arpa e UslUmbria2.  L’ultima trovata è individuare un panel control, un gruppo di persone in grado di segnalare l’elemento di disturbo olfattivo nel momento in cui compare. Un esercito di annusatori da spiegare in varie parti della città,  considerato che il problema non riguarda solo la zona industriale, ma quella di Cardeto, Cospea, Borgo Rivo, del centro città, di Borgo Bovio fino a viale Brin.
















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