di Francesca Cecchini
PERUGIA – Evento d’eccezione domenica 30 marzo al PostModernissimo di Perugia che alle 18.30 ospiterà un incontro con i Manetti bros., a margine della proiezione del loro nuovo film, “U.S. Palmese”, al cinema dal 20 marzo.
Presentato alla Festa del Cinema di Roma e all’International Film Festival di Rotterdam, il film è una favola calcistica che racconta l’anima più autentica dello sport, lontano dai riflettori del grande business. Un progetto legato al calcio dilettantistico (e non solo), ambientato a Palmi, piccolo paese della Calabria al quale i due registi romani sono molto legati perché luogo natio della madre dove usavano trascorrere le vacanze del periodo estivo sin da ragazzi.
Spiega a Umbria7 Antonio Manetti (a destra nella foto in alto): «Una cittadina particolare della Calabria che amiamo tantissimo e, quindi, avevamo voglia di raccontarla». Lo spunto nasce «da un ricordo di infanzia. Da bambini andavamo a vedere gli allenamenti della Palmese, che è la squadra di calcio dilettantistica di Palmi». Durante uno di quei pomeriggi lì fuori dal campo sportivo, negli anni Ottanta, i Manetti incrociano «un signore che voleva far sì che la Palmese avesse un’attaccante forte. Disse: a Palmi siamo 18mila, se facciamo una colletta e ognuno mette un po’ di soldi ci potremmo comprare Maradona» che in quel periodo era appena arrivato al Napoli. Se l’idea ai tempi ha fatto sorridere i più, ai fratelli Manetti è invece rimasta impressa in un angolo della mente, per poi riemergere e spingerli a realizzare “U.S. Palmese”. In pratica è stato come coronare un doppio sogno: quello dell’uomo che aveva buttato là una battuta e quello di due bambini che volevano evocare la vita del loro paese del cuore, facendolo conoscere non solo per la bellezza ma anche per i valori che una quotidianità più “semplice”, vissuta in un piccolo borgo, implica.
Mai praticato il calcio, se non per qualche partita fra amici, Antonio e Marco sono però appassionati di sport che rappresenta, nella sua accezione più generale, motivo di unione tra le persone. Il paragone che il regista fa con il mondo del grande schermo, dell’arte è interessante: «Assistere a una gara sportiva è come vedere uno spettacolo, un film, uno spettacolo teatrale, solo che non è scritto e, quindi, può succedere qualsiasi cosa».
Il film sembra portare una riflessione sul contrasto tra il calcio moderno che è dominato dal business e quello più “autentico” delle categorie minori. A livelli altissimi, spiega Manetti, sembra quasi che tra gioco e disponibilità economica di alcune squadre sia la seconda a influire di più. Più incontaminate le categorie dilettantistiche dove c’è, probabilmente, più passione e si sente meno la pressione legata a questioni economiche.

Etienne Morville (Blaise Afonso) è un personaggio costretto a ripensare sé stesso. Importante il suo percorso per il messaggio del film. Ma sono due gli aspetti di rilievo nella pellicola.
«Il primo aspetto è legato alla nostra riflessione sul calcio che si sta rovinando per il troppo business e, quindi, vediamo a volte dei giovani calciatori con un grande talento – così come abbiamo disegnato così Morville – che si perdono perché entrano in un mondo, quello dell’èlite del calcio, in cui vengono pagati miliardi già a 18 anni, a 20 anni, e subiscono una forte pressione tra attenzione mediatica, sponsor, tifosi, critica». Un insieme di fattori che porta a mettere in secondo piano (se non a dimenticarla momentaneamente) la passione per lo sport. Etienne, stella del calcio, andando a giocare con la Palmese, squadra di un piccolo paese della Calabria, fa il percorso inverso, un bagno di umiltà che serve a fargli «ritrovare se stesso».
«Quello che poi volevamo raccontare è Palmi. Il paese è il vero protagonista del film, con tutti i suoi personaggi. La provincia è spesso vista come una realtà che ha bisogno di aiuto. Invece in questo caso c’è uno scambio di ruoli», è la provincia che tende la mano a Etienne e lo aiuta a ritrovarsi. «Non è il Sud che deve essere riscattato, ma, al contrario, Morville trova il riscatto attraverso il suo rapporto con Palmi, con il Sud».
Insomma un film che sicuramente porta avanti tanti valori sottoforma di commedia che nei diversi livelli di storie, lascia allo spettatore alcuni punti sui quali riflettere a lungo.
La presentazione di domenica non sarà la prima volta nel Cuore verde d’Italia per i Manetti Bros che frequentano spesso Perugia. Più personalmente, sottolinea Antonio, che di recente si è immerso in un’avventura zaino in spalla per girarla in lungo e in largo: «Ce l’ho nel cuore. Un vero e proprio angolo di pace incredibile che offre un’accoglienza fantastica». Viverla così a contatto con la natura «è stato bellissimo e non vedo l’ora di rifarlo. Stare soli, camminare, andare lenti, è qualcosa che non si fa più nella vita ma, per questo, l’Umbria è il posto perfetto».

“U.S. Palmese” con Rocco Papaleo, Blaise Afonso, Giulia Maenza, Lisa Do Couto Teixeira, Max Mazzotta, Massimo De Lorenzo, Gianfelice Imparato, Massimiliano Bruno, Guglielmo Favilla, Aurora Calabresi, Giuseppe Futia, Mario Russo, Luca Attadia, Salvatore Costa, Antonio Di Turi, Adriano Fedele, con la partecipazione di Guillaume De Tonquedec e con Claudia Gerini nel ruolo della poetessa Ferraro. Prodotto da Pier Giorgio Bellocchio, Manetti bros., Carlo Macchitella, una produzione Mompracem con Rai Cinema.


