TERNI – L’analisi del sangue delle provinciali documenta una spiccata anemia del centrodestra. Con la candidata Roberta Tardani, che riscuote meno consensi di quelli potenziali. In soldoni, consiglieri comunali di area di centrodestra, sia nei piccoli che nei medi, che nel grande Comune di Terni, non hanno votato per la sindaca di Orvieto.
Una emorragia di voti ponderati, rispetto alle performance di Laura Pernazza, ma anche in confronto al voto di settembre per il rinnovo del consiglio provinciale.
Il centrodestra perde voti nei territori, ma soprattutto a Palazzo Spada. Almeno tre consiglieri comunali, rispetto a settembre, domenica 30 marzo hanno votato Stefano Bandecchi. Si tratta, con molta probabilità di voti provenienti da una parte del gruppo Misto, che a suo tempo era nato proprio in disaccordo con il sindaco di Terni ma che ora sembra aver ritrovato un nuovo feeling.
Il centrodestra, sono almeno due anni che a Palazzo Spada non tocca palla, con il gruppo di Fratelli d’Italia che si è indebolito, con Forza Italia che rivendica in ogni occasione la sua autonomia, con Valdimiro Orsini (uno dei sostenitori di Orlando Masselli), che strizza tutte e due gli occhi a Bandecchi.
Il risultato delle elezioni per il rinnovo del presidente della Provincia, conferma il terzo posto per Lorenzo Lucarelli. Il candidato del Pd non è riuscito ad andare oltre il suo perimetro politico. Dentro i Dem, fino all’ultimo si è discuso su una candidatura più trasversale. Non è un mistero che pezzi del partito invece di Lucarelli, avrebbero voluto candidare il sindaco di Arrone, Fabio Di Gioia. Quest’ultimo, ad urne chiuse, rilascia parole, non prive di amarezza: «Gli schieramenti dei partiti dell’arco costituzionale non hanno saputo intercettare i bisogni e le richieste dei territori. Sia il centrodestra che il centrosinistra hanno perso conensi verso uno schieramento che rappresenta, ad oggi, una anomalia tutta ternana»
