Approvata la stangata, la più pesante manovra fatta in Umbria sarà pagata da lavoratori dipendenti e pensionati

Via libera da parte del Consiglio regionale coi voti favorevoli del maggioranza centrosinistra e i contrari della minoranza di centrodestra. Proietti annuncia: «In autunno il Piano socio-sanitario»

PERUGIA – Dopo una seduta a dir poco infuocata, l’aula di palazzo Cesaroni coi voti favorevoli della maggioranza di centrosinistra e quelli contrari della minoranza di centrodestra, ha dato il via libera alla manovra. Ad essere approvato è stato l’emendamento proposto dall’assessore regionale al bilancio e vicepresidente della giunta regionale, Tommaso Bori, con cui è stata ridisegnato l’atto. Respinto la proposta emendativa presentata dalla minoranza con cui sarebbe stato abrogato l’articolo 1 della legge, quello relativo alla rimodulazione dell’Irpef. No anche a un ordine del giorno illustrato da Pace (FdI), che chiedeva alla giunta di destinare le risorse della manovra fiscale solo nell’ambito sanitario. Disco rosso anche a un odg portato da Pernazza (Forza Italia) sulla progressività dell’Irpef. Sì invece a maggioranza a quello presentato dalla consigliera Maria Grazia Proietti del Pd sul nuovo Piano socio-sanitario regionale.

Manovra/ Si passa da 25 milioni presi da 374 mila contribuenti a 52 concentrati su 145 mila sfortunati. Ed è ufficiale: la sanità non c’entra nulla

Il dibattito

Dopo il relatore di maggioranza, il dem Francesco Filipponi, a prendere la parola è stato il vicepresidente della giunta e assessore regionale al bilancio, Tommaso Bori: «L’atto è stato profondamente modificato nel confronto con i sindacati, le associazioni delle parti datoriali e gli amministratori locali. Il provvedimento introdurrà per la prima volta in Umbria una ‘no tax area’ da 0 a 28mila euro, in cui ricade il 73% della popolazione umbra. Per quest’anno saranno pagate meno tasse rispetto a quanto veniva pagato prima. Nella fascia tra 28mila a 50mila euro la riduzione consentirà di alleggerire la pressione fiscale. Quindi non ci sarà alcun aumento per 2/3 della popolazione e per metà ci sarà una riduzione. Siamo stati costretti a prendere atto dei tagli da parte del governo centrale, del deficit che abbiamo trovato e dell’assoluta mancanza del fondo di dotazione negativa che nel tempo è stato azzerato. In tante regione si sta agendo nello stesso modo. Ora si apre il tempo delle riforme e la volontà di portare avanti una riorganizzazione finalizzata all’abbattimento delle liste di attesa. Noi governiamo la Regione da poco più di 100 giorni, molte delle problematiche che abbiamo ereditato derivano da chi ha governato per i precedenti 1800 giorni».
A intervenire è stata quindi la portavoce del centrodestra e consigliera della Lega, l’ex governatrice Donatella Tesei: «Per l’operazione verità avete detto testualmente di dare incarico ad un ente certificatore di parte terza che poi dopo un po’ di tempo si è scoperto essere una società privata che viene pagata con soldi pubblici il cui iter di affidamento è stato particolarmente nebuloso e che quindi andrà portato a conoscenza delle autorità competenti. I bilanci della sanità regionale dal 2019 sono stati tutti certificati e tutti chiusi in equilibrio. Il 2023 ha visto addirittura un avanzo di un milione di euro. Il fondo nazionale per quest’anno è stato implementato di 50 milioni. Abbiamo un bilancio sanitario che arriva a circa 2 miliardi di euro. Questo dovete dire. Ma la cosa più grave è aver presentato in una conferenza stampa questa pagina omettendo altre pagine che facevano parte del report e che erano nella vostra disponibilità perché in un’altra pagina c’è scritto chiaramente che il consolidato, mettendo la premialità già presente di 33 milioni ed il payback farmaceutico arrivava a 34 milioni. La presidente Proietti ha detto di presentarsi al Mef con 90 milioni di disavanzo ed uno scudo manovra da 322 milioni di euro, in tre anni, come da atto approvato in Commissione per allontanare il rischio commissariamento che avverrebbe però dopo un iter ben determinato previsto dalla legge. Al tavolo del Mef si può concertare un rientro che va oltre un triennio. L’unica verità è che continuate a raccontare fandonie ai cittadini umbri».
Così Matteo Giambartolomei di Fratelli d’Italia: «Oggi l’assessore Bori ha parlato di una ‘no tax area’, che quindi non dovrebbe avere tassazione: ma l’aliquota base invece rimane. Nell’emendamento c’è scritto che, appunto, si tratta invece di maggiorazioni rispetto all’aliquota base. E poi viene aggiunto che per gli anni 2025, 26 e 27 che quelle maggiorazioni, per tre anni, non vengono applicati per i redditi fino a 28 mila euro. Andrebbe chiarito quali sono le aliquote definitive per spiegare quale livello di tassazione spetterà ad ognuno. Riteniamo che questa manovra non dovesse essere fatta affatto. Tanto meno addossando la responsabilità di eventuali debiti alla Giunta Tesei. La manovra viene fatta ricadere su coloro che hanno un reddito maggiore ma sarebbe necessario in ogni capire in base a quali necessità è stata pensata questa manovra. Nella relazione c’è scritto che essa serve a dare risposte alla comunità regionale, garantendo la sanità pubblica, il trasporto locale, il diritto allo studio, il contrasto alla povertà, le politiche del lavoro, la gestione del territorio, il cofinanziamento dei programmi comunitari».
Per Fabrizio Ricci di Alleanza verdi sinistra «dovremmo tornare a chiederci come sta la sanità umbra, un tema che sta a cuore alla nostra comunità. Abbiamo una percentuale record, quasi il 10%, di persone che rinunciano alle cure. Si tratta dei più fragili, dei più poveri, di chi non può rivolgersi al privato. L’indebolimento dei conti della sanità è arrivato al culmine nel 2024. La nuova Giunta si è trovata ad affrontare un quadro drammatico, dovendo risanare i conti e garantire i servizi sanitari. Senza intaccare i redditi minori. E per questo è stato importante il confronto con i sindacati. Che poteva partire prima ma che ha risentito di tempi stretti. Abbiamo chiesto partecipazione e giustizia sociale. Dobbiamo dimostrare che vogliamo rispettare la Costituzione e puntare a riaffermare il diritto alla salute per tutti»
Secondo Nilo Arcudi di Tesei presidente-Umbria civica «da questo atto dipende la qualità della vita dei cittadini, va affrontato con trasparenza, con serietà, è stata invece una vicenda opaca, nessuno ha capito nulla e la responsabilità è della maggioranza. Andiamo a ridurre la fiducia dei cittadini in un momento in cui non ce n’era affatto bisogno. L’assessore Bori ci fa la morale su questo, quando tre giorni fa scriveva un post in cui ci diceva di vergognarci, con attacchi personali inaccettabili e quindi non accettiamo lezioni su questo. La vicenda nasce da una narrazione costruita ad arte, il 18 marzo, quando è stato detto che in Umbria c’è un buco da 242 milioni e rischiamo il commissariamento quindi siamo costretti a fare una manovra pesante. C’è questo buco e il pericolo di commissariamento? Se aveste detto la verità, che parla di 34 milioni di euro, e avessimo dovuto porvi riparo, si discuteva, ma siccome avete mistificato tutto ci troviamo in queste condizioni. Manovra per coprire un buco? Ma se serve oltre che per la sanità anche per ambiente, tpl, diritto allo studio, perché non dite la verità? Con questa delibera siete rimasti soli, la sinistra umbra è contro di voi, i sindacati pure, anche le associazioni di categoria non capiscono. Quando si annuncia una manovra fiscale la fiducia dei cittadini si riduce, subentra la paura, si va in recessione economica. L’Umbria crescerà meno delle regioni limitrofe, lo vedremo nei prossimi anni. Cosa rimarrà di questa vicenda? Un grande danno di immagine per le istituzioni».
Secondo Luca Simonetti del Movimento 5 Stelle «questa è una manovra equa, redistributiva e progressista, con la quale mettiamo in sicurezza la sanità pubblica, aspettando un piano sanitario regionale condiviso. Il voto di oggi è essenziale per iniziare un processo di partecipazione per fare in un anno quello che non è stato fatto nei passati cinque. Noi vogliamo fare riforme per tutelare i più deboli ed andare incontro alle esigenze degli ultimi. Aver lasciato la sanità pubblica allo sbando è stata una scelta politica. I primi a pagare dovrebbe essere coloro che hanno sbagliato. La stagione di chi non affronta i problemi è finita. A chi ha redditi bassi diamo un segnale di protezione e giustizia. Chiediamo solo a chi ha di più. Dobbiamo tornare a parlare di sanità reale. In questa regione un umbro su 10 ha rinunciato a curarsi, tra gli anziani uno su 4. Oggi la nostra scelta è un investimento per un Umbria più giusta e che non lascia indietro nessuno. Mentre cerchiamo di salvare la nave c’è chi ci dice di non fare nulla, e sono gli stessi che l’hanno portata alla deriva».
Come ha avuto modo di affermare Laura Pernazza di Forza Italia «serve chiarezza e etica. Questa è una manovra non lo è. Non avete consentito ai cittadini di vedere in streaming la commissione e l’audizione della Kpmg. Avrebbero scoperto che l’assessore Bori scambia un ammanco con un disavanzo. La manovra non è equa, non è progressiva ma ha uno scalone micidiale che non ha ragion d’essere. Questa manovra non s’ha da fare, perché non ci sono i presupposti per il commissariamento, molte regioni sono in piano di rientro e i cittadini non devono affrontare particolari problemi. Citate solo le pagine della relazione di Kpmg che vi fanno comodo, questa è la vostra operazione trasparenza. Questa norma non avrà scadenza, perché la manovra non ha durata triennale, tra 3 anni pagheranno tutti anche i più deboli. Costruite ad arte comunicazioni fuorvianti che servono a generare allarmismo, gettare fango sulla precedente giunta, mentendo e generando opacità e poca chiarezza. Un comportamento veramente poco etico».
E’ stata quindi la volta di Maria Grazia Proietti del Partito democratico: «L’Umbria ha una popolazione molto anziana, con esigenze specifiche. Universalità ed equità, accessibilità e umanizzazione devono essere le caratteristiche del nostro sistema sanitario. Negli anziani la percentuale di chi non può curarsi è anche più alta della media ed arriva al 30%. Le conseguenze della Pandemia si sentono ancora ed hanno determinato anche la situazione dei conti. Serve l’integrazione territoriale ospedaliera, che pure a novembre 2024 è stata tentata. Il Piano sanitario in questo contesto è fondamentale e andrebbe stilato insieme. Dobbiamo perseguire il modello a rete. Case di comunità, ospedali di comunità e progetti del Pnrr sono troppo indietro. Bisogna ricordare che siamo una comunità, chiamata a dare un servizio a i nostri cittadini. Serve un impegno a prendersi cura e a curare i cittadini umbri, soprattutto i più fragili. Va recuperata la mobilità passiva, ridando fiducia agli umbri».
Come ha ricordato Andrea Romizi di Forza Italia «questa manovra è spregiudicata, menzognera e maldestra. Spregiudicata per le sue finalità. Menzognera per la narrazione che ne è stata data e maldestra per l’approssimazione e gli errori con cui è stata gestita. La manovra viene presentata con una nota piena di falsità ed errori relativi al commissariamento, all’aumento delle aliquote, all’entità reale delle nuove aliquote. La situazione dei conti della sanità viene addebitata alla Giunta precedente. Nella relazione tecnica dell’emendamento c’è scritto che esso ammonta a 34,2 milioni, che è la cifra che avevamo individuato noi, senza consulenze ad agenzie terze. Dagli estratti delle prime evidenze della relazione della Kpmg era già presente la cifra di 34 milioni. C’è dunque chiaro che la narrazione del buco in sanità aveva come unica finalità la scelta di fare una manovra fiscale infausta per gli umbri. Questa campagna di disinformazione ha generato smarrimento nella comunità e infranto il patto di fiducia tra cittadini e istituzioni».
Ha evidenziato Letizia Michelini del Pd: «Questa di oggi è la manovra più importante a tutela della sanità pubblica dell’Umbria.. Comprendiamo perfettamente l’impatto della manovra sulla comunità regionale e per questo abbiamo lavorato incessantemente incontrando tutti i soggetti interessati con l’obiettivo di prendere decisioni entro il termine stabilito. La Giunta ha lavorato su tutti i tavoli di confronto necessari per rendere la manovra più equa possibile, questo per restituire ai cittadini un modello sanitario pubblico efficiente ed efficace utile anche per ridurre la mobilità passiva. È una manovra che vuole ridurre anche il ricorso alla sanità privata che ha toccato, in modo pesante, le tasche dei cittadini. Il nostro obiettivo è far ritornare attrattiva la sanità umbra anche per tutti i professionisti. Questa manovra non prevede aumenti per il 70 per cento dei cittadini, impattando comunque pochissimo sul medio reddito. Crediamo non solo nella sanità pubblica ed universale, ma anche nel principio dell’equilibrio dei conti pubblici quale condizione necessaria ed imprescindibile per uno sviluppo duraturo dell’Umbria».
Per la capogruppo di FdI, Eleonora Pace, l’emendamento presentato «stravolge completamente il disegno di legge presentato e votato dalla Commissione. La presidente Proietti ha spiegato questa manovra con una serie di numeri che neanche lei aveva ben compreso. Da giorni sento parlare di una bozza di legge, quando invece è stato prodotto un disegno di legge vero e proprio e votato dalla Commissione ed iscritta oggi all’ordine del giorno. Le bozze sono un’altra cosa, prevedono una partecipazione con tutti i soggetti interessati prima in Giunta e poi in Consiglio attraverso le Commissioni, poi arriva in Aula.
Per il capogruppo dem Cristian Betti, la credibilità della politica «si conquista con atteggiamenti consoni ai luoghi delle istituzioni. Continuare a parlare di menzogne e falsità non fa un grande regalo alla politica. Numerose Regioni italiane sono state costrette, nell’ultimo anno, ad intervenire con manovre fiscali per sostenere i propri bilanci. Dobbiamo quindi chiederci come mai questo è avvenuto. In questi giorni la politica ha lavorato, insieme alle categorie sociali e agli amministratori, per modificare la manovra rispetto a Irap, Irpef e bollo. Con le nuove aliquote Il 43% percento degli umbri pagherà meno di prima, il 20% non avrà modifiche, gli altri si faranno carico di un intervento necessario. È grave che non ci sia un Piano sanitario regionale, che invece è indispensabile per sostenere il sistema. La maggioranza in questo mese ha dimostrato una grande compattezza. Questo ci permetterà di proseguire con il nostro programma elettorale».
Secondo il capogruppo della Lega, Enrico Melasecche «si parla di forma ma nella precedente legislatura venivano portate in Aula persone dall’esterno per impedire agli assessori di parlare. Per avere rispetto bisogna dare rispetto, soprattutto per i cittadini. Avete predisposto una manovra da oltre 300 milioni per poi stravolgerla. Aspetto che questa maggioranza faccia le riforme di cui parla, che venga reintrodotto il punto nascita a Spoleto, come promesso da mesi. La Giunta Tesei volutamente non ha aumentato le imposte, nonostante l’inflazione al 12%: abbiamo ridotto gli sprechi, le partecipate e i compensi degli amministratori. La presidente Proietti ha usato il vittimismo per le critiche ricevute come arma di distrazione per la manovra fiscale che stavate facendo».
Così Stefano Lisci del Pd: «Il problema della sanità pubblica e di come stanno oggi gli ospedali lo tocchiamo con mano tutti. Questa manovra fiscale serve per mettere un argine ai problemi. Nella precedente legislatura sono cambiati tre direttori generali della sanità, speriamo Donetti rimanga cinque anni e riesca a migliorare la situazione. Tesei dice non mettere le mani in tasca ai cittadini. Ci sarà un piano sanitario a cui tutti mi auguro daremo un contributo e, fra cinque anni, speriamo di tornare a vedere le persone curarsi nei nostri ospedali. La presidente Proietti si è tenuta la delega della sanità e questa è assunzione di responsabilità».
Secondo Paola Agabiti di FdI «non raccontare menzogne ai cittadini umbri. Si è parlato di un buco di 243 milioni che è uscito su tutti i giornali e i media. In cinque anni non ho mai annunciato una proposta senza averla prima approvata. La serietà è la cifra della nostra condotta nel rappresentare le istituzioni. Poi l’affidamento a una società esterna per una consulenza sul bilancio. Balletto delle cifre fino a ridimensionare di molto le cifre iniziali. Voglio anche conoscere quali saranno i conti della sanità nel primo trimestre 2025, visto che non vi sono atti che possano far pensare a un monitoraggio della situazione o a un miglioramento della situazione. Nel 2026 dal fondo sanitario arriveranno oltre 300 milioni, vedremo come riuscirete a finalizzare e a spendere queste risorse. Sarete comunque ricordati come la giunta delle tasse».

L’intervento della presidente Proietti

Prendendo la parola a conclusione del dibattito, la governatrice Stefania Proietti ha annunciato «la presentazione del Piano socio-sanitario entro fine anno ma ottimisticamente in autunno. Lo parteciperemo con tutti a partire dal maggio e anche l’opposizione sarà invitata a partecipare, anche con i toni accalorati ed esperti di chi ha governato cinque anni in situazioni difficili come il periodo del Covid. Per fare il miglior piano socio-sanitario possibile». E ancora: «Confrontiamoci sui numeri e sulle soluzioni. La maggioranza è stata granitica, ha studiato e approfondito. Ha valutato con le altre Regioni se ci fosse stata una soluzione alternativa. Fa venire i brividi che il 70 per cento dei nostri contribuenti ha redditi sotto 28 mila euro. C’è una no tax area che riduce la tassazione regionale dell’addizionale Irpef e cancella il prelievo addizionale regionale fino a 28 mila euro. C’è inoltre lo sgravio automatico per la fascia da tra 28 e 50 mila euro annuali che garantisce il mantenimento della proporzionalità e riguarda soprattutto i redditi più vicini ai 28 mila per i quali è stata fatta un’operazione di equità fiscale. C’è chi fa sacrifici, certo ma c’è anche un’amministrazione che scommette su efficientamento e riforme. Che andranno per primo a concentrarsi sulla sanità per togliere quella tassa occulta che, ci hanno informato fonti indipendenti, in a contribuente ogni anno».

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