Il day after della manovra: tasse in più da record, ma incassi non vincolati alla sanità

Warning: l’Umbria ha scelto di far pagare ai cittadini il salatissimo conto come fosse una Regione commissariata, ma potrà scegliere a capriccio dove e come spenderli

Marco Brunacci

Il day after della stangata. Ricordiamo: 52 milioni di tasse in più dagli umbri, presi dalle tasche di 145 mila contribuenti, il 24% del totale. Tasse che cambiano il bilancio delle famiglie. Tasse che cambiano in maniera radicale il livello di ricchezza circolante nella regione e che provocheranno ovvi contraccolpi sui consumi, innalzamento dei prezzi per compensare il calo dei consumi. E infine pesanti ricadute sulle fasce più deboli, non avendo l’Umbria – la lezione della ex presidente Pd della Regione, Catiuscia Marini – camere di compensazione che possono attutire questo contraccolpo che diventa così inevitabile.
Ricordiamo che il 24% degli umbri pagherà aumenti dell’86% (da 1500 euro al mese) e dell’82% (da 2300 euro al mese). Questo 24% è costituito dal 56% di lavoratori dipendenti, 38% di pensionati e solo 6% di autonomi che hanno, fortuna loro, lo scudo antiProietti.
La manovra non è più sorretta da alcun presunto buco nel bilancio della sanità, tanto che la maggioranza non ha voluto inoltre nessuno dei 52 milioni che incasserà in più la Regione alla sanità medesima.
Questi soldi verranno usati per altri capitoli di spesa che sono già indicati in una nota della giunta regionale, ma che andranno poi verificati per evitare di finire in quella agghiacciante tenaglia della propaganda social, che di fronte al più grande trasferimento di soldi dalle tasche degli.umbri a quelli della giunta regionale, mai immaginato dal centrosinistra di governo in 50 anni, minimizza ancora.
L’Umbria- come indicato da un leader del campo.largo, Gnagnarini (Iv) – è in cima alla classifica italiana delle tasse delle Regioni che non hanno avuto il commissariamento da parte del Mef.
Come dire: l’Umbria ha deciso le aliquote più alte con una sorta di auto-commissariamento (di cui nessuno aveva parlato e per il quale non c’erano presupposti se si aveva la disponibilità di andare a trattare).
La curiosità però è questa: se ci fosse stato un commissariamento i soldi sarebbero stati obbligatoriamente destinati solo alla sanità.
In questo modo invece: aliquote ai massimi per spenderli a capriccio della giunta regionale.
Di fronte a questa tassazione record vale il commento di Gnagnarini: «Una tassazione come questa scoraggia chiunque a trasferirsi nella nostra regione».
Il lavoro statistico fatto da Gnagnarini permette di riflettere ancora sulla sanità: è dagli anni dell’ultimo centrosinistra praticamente impossibile riuscire a convincere a venire in Umbria primari medici di alto livello, perché qui vengono pagati poco, rispetto a tutte le altre Regioni, e hanno un bacino di utenza per l’intramoenia molto ridotto.
La tassazione da record è ora la ciliegina su questa torta avvelenata. Che è stata servita soprattutto al comparto medico-infermieristico umbro, colpito con precisione chirurgica dagli aumenti.
Alla fine, istituire una giornata di festeggiamenti per Santa Stefania (Proietti) delle Tasse potrebbe essere un modo per suggellare questa drastica scelta della giunta regionale.

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