TERNI – Gli esami universitari mai sostenuti, i messaggi inviati dal telefono di Ilaria Sula fingendosi lei dopo averla uccisa, i depistaggi. E poi gli ematomi e i graffi sul corpo della ragazza, emersi dal primo esame autoptico. Mark Samson ha detto tante bugie. La sola verità è che il 23enne di origini filippine, ha ucciso la studentessa ternana con tre coltellate alla gola la sera dei 25 marzo, nell’appartamento di via Homs. Un piccolissimo appartamento nel quartiere Africano della Capitale, in cui Mark vive insieme ai genitori. Una scena del crimine passata al setaccio più volte dalla Scientifica. Una scena del crimine che dice molto: piena di tracce del sangue di Ilaria, ripulite dalla mamma di Mark, che ha confessato; soprattutto troppo piccola per credere che la mamma di Mark non si sia accorta di niente e che non abbia sentito le grida di Ilaria.
Perché Ilaria sarebbe stata picchiata prima di essere uccisa e quindi avrebbe gridato, va da se che la mamma di Mark potrebbe avere avuto un ruolo ben più grave nel femminicidio della 22enne ternana ritrovata cadavere il 2 aprile nel punto esatto in cui Mark Samson aveva detto di averla gettata: in un dirupo nelle campagne dei Monti Prenestini, nei pressi del Comune di Poli, tra Tivoli e Roma, in una valigia.
L’autopsia smentirebbe tutte le versioni date da Samson. «Un grosso ematoma, comunque una ferita riconducibile ad un colpo preso sull’arcata sopraccigliare sinistra, come da un pugno o con un oggetto». Come se Ilaria avese subito un’ aggressione e abbia lottato prima di morire: «Un secondo colpo sull’occhio, un terzo sul labbro, piccoli graffi riconducibili ad una colluttazione».
Non sarebbe credibile neanche la versione fornita dal ragazzo, secondo la quale la vittima era andata a casa di Samson per un incontro pacifico volontariamente per poi fermarsi a dormire da lui. Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, Ilaria Sula si potrebbe essere presentata a casa di Mark per chiedergli come si fosse permesso di entrare nel suo pc in sua assenza. Ma non si esclude che sia stata portata lì con la forza. Tante versioni. Tante bugie. Tanto lavoro per gli inquirenti. Tanto, tantissimo dolore per la famiglia e gli amici di Ilaria.


