Giacomo Loprieno

«L’Umbria è una terra speciale»

Il maestro Giacomo Loprieno torna ad Assisi ed ecco che la musica classica diventa pop. Sul palco con 200 musicisti dell’Ensemble Symphony Orchestra: «Un’unica creatura che respira all’unisono»

di Francesca Cecchini

ASSISI (Perugia) – Domenica 13 aprile alle 18 il Teatro Lyrick di Assisi ospiterà un nuovo appuntamento della stagione Tourné, con un programma di altissimo profilo: “Bolero” di Maurice Ravel e “Carmina Burana” di Carl Orff. Due capolavori immortali che, grazie alla potenza evocativa della musica e all’imponente presenza di 200 musicisti sul palco, promettono di regalare al pubblico un viaggio sensoriale e suggestivo.

A guidare l’Ensemble Symphony Orchestra, una delle realtà sinfoniche più apprezzate nel panorama nazionale, sarà il maestro Giacomo Loprieno, direttore d’orchestra dalla solida esperienza e dall’approccio trasversale. L’orchestra, celebre per la sua versatilità, ha alle spalle oltre 600 concerti in tutta Europa, portando in scena un repertorio che attraversa l’opera lirica, il cinema, il jazz e il pop, mantenendo sempre uno sguardo aperto e contemporaneo sulla musica.

Portare sul palco due opere così monumentali è una sfida e un atto d’amore per la musica. A spiegare a Umbria7 come nasce l’idea di accostare “Bolero” e “Carmina Burana” in un’unica serata è il maestro Loprieno: «L’idea è quella che sta alla base di quasi tutte le nostre produzioni, cioè tentare di raccontare grandi titoli della classica come se fossero delle opere pop», ovvero avvicinare un pubblico meno avvezzo alla frequentazione di teatri o di stagioni sinfoniche a qualcosa di più facile ascolto, di impatto immediato. Stesso procedimento attuato con gli indimenticabili brani del maestro Morricone che sovente è grande protagonista dei progetti del maestro. Se si trova la giusta chiave, le persone ascoltano «un concerto inaspettato» e questo è «un modo per iniziare un percorso che le porterà poi a tornare a teatro a vedere altre cose di questo genere».

Spesso in Umbria con i loro concerti, il maestro e l’Ensemble hanno un grande seguito, un pubblico che si rinnova e aumenta di volta in volta. «Abbiamo creato un’abitudine». Gli spettatori sanno bene che ogni anno nel Cuore verde d’Italia andrà in scena un nuovo repertorio (se non più) e gli appuntamenti registrano sempre un veloce sold out. «Sono brani talmente belli, potenti, diretti alla pancia e alla testa delle persone che è impossibile non innamorarsene».

L’ensemble è molto apprezzata per la sua versatilità e anche per la capacità di affrontare repertori molto diversi fra loro. Come si riesce a lavorare con un organico così vasto per mantenere unità e intensità in brani tanto articolati?
«La nostra caratteristica fondamentale è quella di essere un gruppo di persone che aderisce a questo progetto per scelta. Circa tredici anni fa abbiamo deciso di spogliarci degli abiti dei musicisti classici e di prestare la nostra professionalità a tutti i generi possibili» affiancando la loro formazione classica al pop, al jazz e al rock e «imparando insieme un linguaggio che ci accomuna, universale». Qualunque tipo di musica stiano eseguendo viene affrontata con la stessa professionalità e intensità «e questo il pubblico lo percepisce».

Lei ha diretto centinaia di concerti in tutta Europa, collaborando con artisti di generi molto diversi. In che modo queste esperienze “contaminate” influenzano la sua direzione artistica?
Prima di tutto «ti tolgono tutti quei preconcetti, quegli schemi mentali che ti lascia lo studio della musica classica. Quando finisci di fare un percorso di studi pensi che la musica inizi e finisca lì, invece, in realtà, i linguaggi sono tanti» e mescolarli a volte può essere geniale. Di fondo, comunque,« l’orchestra ogni volta che si avvicina a un artista di altro genere lo nobilita, in qualche modo lo esalta in tutti i suoi aspetti».

Il pubblico di Assisi dopo aver vissuto questa esperienza sonora dal vivo porterà a casa un’esperienza immersiva caratteristica. Il maestro fa l’esempio di “Carmina Burana”, opera scritta in 23 quadri dei quali però i più conoscono soli il primo e l’ultimo, senza sapere che «tutto quello che c’è in mezzo è altrettanto bello, molto interessante. C’è un uso degli strumenti che è veramente particolarissimo». Il pubblico avrà così occasione di ascoltarla per intero e, probabilmente, anche di apprezzare questo unicum corale, «un’unica creatura che respira all’unisono». Il “Bolero” «è l’esempio lampante: tutti gli strumenti suonano la stessa melodia in momenti diversi, con timbri differenti per chiudere in un crescendo finale tutti insieme».

E voi cosa porterete via dall’Umbria?
«In Umbria suoniamo molto, molto volentieri perché c’è un pubblico che risponde». In più, il maestro adora gli spazi teatrali della regione «uno più bello dell’altro» come il Lyrick «che è un teatro moderno, dove si lavora e si suona bene e dove il pubblico, per come è disposto, riesce a godere dello spettacolo del concerto in qualsiasi posizione». L’Umbria «è una terra speciale per noi perché il primissimo concerto del tour dedicato a Ennio Morricone nel 2018 è stato a Perugia». Da lì «ne abbiamo fatti centinaia in Italia e in Europa, in teatri più importanti ma tutto è nato qui, quindi, diciamo che ci porta molta fortuna».

«Un piccolo segno di restituzione per quello che voi fate per noi»

Kamil SEMENIUK during Sir Susa Vim PERUGIA vs Cucine Lube CIVITANOVA, Gara 1 Semifinali PlayOff Superlega Credem Banca - Campionato italiano di Pallavolo Maschile - Volley Volleyball at PalaBarton Perugia IT, 5 aprile 2025. Photo ©2025 Michele Benda

«Faremo tutto ciò che possiamo per vincere la seconda partita»