TERNI – «Ilaria ha dormito da me il 25 marzo, poi al mattino l’ho uccisa». «L’ho uccisa per gelosia, perché la amavo». «L’ho colpita alle spalle con due coltellate». «A casa ero solo». «Ho nascosto il corpo di Ilaria in una valigia e lo ho gettato in una boscaglia, lontano da Roma». Le versioni di Mark Samson, reo confesso dell’omicidio della studentessa universitaria di Terni, smontate una ad una dagli inquirenti.
Mark Antony Samson avrebbe sì, ucciso Ilaria Sula con un coltello, ma dopo una colluttazione con la vittima e con tre coltellate alla gola, non due. La sera del 25 marzo e non la mattina seduente. E’ quanto emerge dai verbali di sopralluogo della polizia Scientifica nell’appartamento di via Homs e dai primi risultati autoptici sul corpo di Ilaria. Il 23enne ha raccontato che Ilaria si era presentata a casa sua, in via Homs, volontariamente e anche questa versione dei fatti è stata confutata. Nelle cinque ore di interrogatorio in carcere, Samson ha affermato di aver fatto tutto da solo. Invece la mamma, ora indagata per concorso in occultamento di cadavere, ha dovuto ammettere di aver aiutato il figlio a ripulire l’appartamento dal sangue di Ilaria. Che era ovunque: nel corridoio, nella camera da letto, in cucina.
Per questo Mark Samson chiede di essere nuovamente interrogato. Vuole ritrattare la versione sull’omicidio della ragazza che diceva di amare, smontata in pochi giorni dagli inquirenti.


