TERNI – Era la prima settimana di marzo. Palazzo Spada aveva appena dichiarato guerra alle biciclette abbandonate, vere e proprie carcasse legate alle saracinesche dei negozi chiusi, ai pali della pubblica illuminazione o a quelli della segnaletica, da chissà quanti anni, in certi casi. Alla stazione ferroviaria almeno una trentina. Nelle vie del centro, altrettante.
Gli agenti della polizia locale hanno perlustrato la città, hanno mappato le carcasse, hanno invitato commercianti e residenti a rimuoverle qualora fossero di loro proprietà, poi hanno affisso un cartello che comunicava l’imminente ritiro. Decine di fogli di carta lasciati sui cestini, sui manubri e su quello che restava della carcassa. Poi però la polizia locale si dimentica di rimuovere proprio quelle tra corso Vecchio e via Mancini, fotografate da Umbria7 il 9 marzo.
Due bici arrugginite, una legata alla saracinesca del locale commerciale di palazzo briganti, l’altra di fronte all’ingresso della libreria Giunti. Due simboli di degrado che hanno accompagnato la festa della Liberazione, le iniziative del Cantameggio, la sfilata dei carri. Due pezzi di ferro nelle vie principali del centri città abbandonate anche da Palazzo Spada.


