TERNI – L’energia che non c’è manda in corto circuito la politica ternana. Duro scambio di accuse tra Fratelli d’Italia e amministrazione Bandecchi sulla carenza di approvvigionamenti energetici, tanto richiesti dalle industrie ternane. Ad iniziare da Ast. Ad aprire il fuoco, il consigliere comunale Marco Celestino Cecconi, che ha ricordato la vicenda della centrale Edison. Cecconi ricorda che l’amministrazione Bandecchi aveva puntato su questa struttura per sopperire nell’immediato alle esigenze di Arvedi, che, come è noto, finora non ha firmato l’accordo di programma proprio perché incagliato sul nodo energia. Cecconi accusa il sindaco Stefano Bandecchi di non aver dato seguito alle parole, di non aver fatto nulla affinché la centrale che è a servizio del polo chimico aumenti la propria potenza. «Solo chiacchiere da parte di Palazzo Spada», tuona Cecconi. In una interrogazione Cacconi ha posto più di un quesito: «Quale sia stato il livello di interlocuzione tra l’amministrazione comunale e l’Edison; se ed in quali termini la società Edison abbia condiviso tale proposta e attraverso quale manifestazione di interesse; qual è il piano economico-finanziario dell’operazione (adeguamento della centrale); da chi dovrebbero essere sostenuti i relativi oneri; come si prevede che gli investimenti necessari possano essere ammortizzati; quale sarebbe l’economicità dell’operazione, nella prospettiva di una cessione a prezzi agevolati dell’energia prodotta; quale sia stato il livello di interlocuzione con il governo e, nello specifico, con i Ministeri competenti; se vi sia stata condivisione in tale sede e attraverso quale manifestazione di interesse; quale sia stato il livello di condivisione della proposta in questione con la famiglia Arvedi, anche considerato che tutta l’operazione produrrebbe per le acciaierie, in linea del tutto teorica, quando dovesse andare a pieno regime, come massimo risultato, una riduzione del 30% sul 10% del fabbisogno dell’azienda».
All’esponente di Fratelli d’Italia, risponde, pur senza mai citarlo, l’assessore allo sviluppo economico, Sergio Cardinali: «Il tema dell’energia per lo sviluppo del Paese, territorio ternano compreso, farebbe capo al Governo. Ma dal Governo, in particolare dal ministro Urso, non è arrivato niente. Ed è veramente surreale che a livello locale alcuni esponenti di FdI, per la verità di secondo livello, pontifichino e accusino il Comune, un ente che non ha competenze dirette ma che sta facendo molto di più del suo dovere, grazie all’iniziativa e al piglio del sindaco Stefano Bandecchi».
«A fronte di un territorio – prosegue Cardinali – che sulla disponibilità energetica in passato ha fondato il proprio sviluppo e che ora su questo versante avrebbe bisogno di una nuova stagione, a fronte dell’immobilismo del governo, il Comune di Terni ha cercato di trovare soluzioni avanzando una serie di proposte realizzabili e logiche: il ruolo della centrale Edison a partire dalle necessità del polo chimico; una nuova gestione della centrale di Galleto imperniata sulle esigenze del territorio e non sul mero sfruttamento; l’approdo al nucleare di ultima generazione, quello ecologico e di grande resa con il minimo impatto. Nessuna mera dichiarazione di intenti, non è nel nostro stile e ne abbiamo dato diverse dimostrazioni a distanza di neanche due anni dall’ insediamento dell’amministrazione Bandecchi. Per quelle che sono le nostre competenze abbiamo riaperto il tema centrali e stiamo fortemente lavorando sull’innovazione, la formazione, la ricerca.
Stiamo valorizzando la presenza della ricerca e dell’Università sul territorio collegandola alle necessità del contesto mettendo in piedi un sistema basato sulla collaborazione tra vari soggetti attivi, la facoltà di ingegneria, il centro ricerche di Sabbione ex incubatore BIC e l’ITS Accademy, associazioni e aziende del territorio. Un centro sui vettori energetici darà un contributo fondamentale. Sempre con l’Università è in corso l’accordo per uno studio di fattibilità sullo sviluppo di comunità energetiche calate sulle reali opportunità e bisogni del territorio.
Chiediamo agli esponenti di infimo livello di FdI anche se comprendiamo che nel loro ruolo sia difficile, di attivarsi con il governo per affrontare i temi reali del territorio, non ultimo l’Accordo di programma di Ast, vicenda nella quale si denota la totale mancanza di politiche industriali in particolare nel settore strategico della siderurgia».


