«I trasporti in Umbria faranno schifo», Bandecchi da ragione a Filt Cgil e Faisa Cisal

«Per trovarmi d’accordo io con i sindacati, figuriamoci che disastro sta combinando la Regione». IL VIDEO

 TERNI – Filt Cgil Umbria, Faisa Cisal e Stefano Bandecchi. «Per trovarmi d’accordo io con la Cgil, figuriamoci che disastro sta combinando la Regione: un appalto per entità diverse. I trasporti faranno schifo».  Il sindaco Bandecchi si unisce alla voce dei sindacati, che denunciano con forza le scelte della Regione Umbria in merito al futuro del trasporto pubblico locale, giudicate come una progressiva demolizione del sistema. Secondo Ciro Zeno (Filt) e Cristian Di Girolamo (Faisa), l’attuale orientamento della giunta Proietti ricalca fedelmente il “Modello Melasecche”: «Non c’è stato nessun cambiamento di pensiero, di sviluppo economico o di futuro per l’Umbria: questa situazione la viviamo con grande amarezza».

 «Purtroppo – proseguono Zeno e Di Girolamo – la situazione in Umbria precipita verso politiche dannose per cittadini e lavoratori. Il colpo finale sta per essere assestato dall’attuale governo regionale che sembra molto convinto di portare avanti, con i soliti ‘attori’ che hanno assistito l’assessore Enrico Melasecche nel passato, incluso l’advisor che ha fatto la gara per lui, un progetto di distruzione del trasporto pubblico locale. Ci saremmo attesi almeno il cambio di questa figura”.

«La posta in gioco è alta – specificano Zeno e Di Girolamo – parliamo, solo per fare alcuni esempi, di tagli drastici ai posti di lavoro, aumento delle tariffe, cessione gratuita a titolo gratuito a privati inclusa la manutenzione dei mezzi acquistati con fondi pubblici, riduzione dei chilometri e dei servizi, con un subappalto che supera il 49%. Non ci sono garanzie per gli operatori inidonei, per i giovani, né per la reintegrazione occupazionale in caso di pensionamenti. Inoltre, non viene garantita l’applicazione dei contratti di secondo livello. Città come Spoleto va per conto suo e Terni sembra  puntino molto sul servizio a chiamata per il 30% dei servizi. A questo punto i lotti sarebbero cinque se contiamo l’autonomia di Spoleto. Insomma, uno spezzatino che farà sprofondare l’Umbria dei trasporti nel baratro. Ormai, l’Umbria sembra destinata a diventare una vera e propria giungla del trasporto pubblico locale. E c’è anche la spada di Damocle dell’aumento delle tariffe”. “Questi argomenti, nella precedente legislatura – ricordano i segretari di Filt e Faisa –, sono stati usati dall’opposizione, nei consigli regionali degli ultimi tre anni, come uno strumento per ottenere consenso, per poi scaricare sui cittadini e sui lavoratori di questo settore strategico le conseguenze di decisioni sbagliate una volta vinte le elezioni. Questa storia si presenta come un ‘dramma di rappresentanza’ tra centrodestra e centrosinistra: sembra che non ci sia differenza tra i due schieramenti”. “Purtroppo siamo costretti ad affermarlo – puntualizzano Zeno e Di Girolamo – perché, seppure gli ultimi incontri con la Regione, con l’assessore ai trasporti e, in parte, con la presidente Proietti, hanno dimostrato un cambio di metodo basato su partecipazione e ascolto, tale metodo si è rivelato però fittizio e di prospetto poiché poi la politica e le istituzioni proseguono per la propria strada, senza recepire le fondamentali istanze di Filt Cgil e Faisa Cisal, che ormai da anni dimostrano, anche con i fatti, che la divisione in quattro lotti ridurrà inevitabilmente servizi e diritti a maggior costi per i cittadini».

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